MAFIA CAPITALE
9:07 pm, 3 Novembre 16 calendario

Mafia Capitale, Odevaine patteggia due anni e otto mesi

Di: Redazione Metronews
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ROMA Due anni e otto mesi di reclusione e la confisca di 250 mila euro «non inferiore al profitto conseguito dalle corruzioni commesse». È la pena patteggiata ieri da Luca Odevaine di fronte al gip Claudio Carini in uno dei filoni secondari dell’inchiesta Mafia Capitale, quello sulla gestione del “Centro di accoglienza per richiedenti asilo” di Mineo.
Secondo l’accusa, gli esponenti delle coop del gruppo “La Cascina” avevano garantito a Luca Odevaine, dal 2011 membro del tavolo ministeriale di coordinamento sull’immigrazione e componente delle commissioni delle gare per la gestione di servizi presso il Cara di Mineo, una retribuzione fissa di 10mila euro mensili, poi aumentata a 20mila euro, come prezzo per l’asservimento della sua funzione e per il compimento di atti contrari ai suoi doveri d’ufficio. In cambio del denaro, Odevaine avrebbe orientato le scelte del tavolo ministeriale «al fine di creare le condizioni per l’assegnazione dei flussi di immigrati alle strutture gestite dal gruppo La Cascina», con cui poi avrebbe concordato i contenuti delle gare per la gestione dei centri, favorendo le stesse coop del gruppo nell’assegnazione degli appalti. E in almeno 5 casi, si legge nella sentenza, gli uomini del Ros hanno documentato la consegna delle somme pattuite, che erano commisurate al numero di immigrati ospitati nei centri gestiti dal gruppo La Cascina. Il 14 marzo 2014, quando Odevaine consegna a Tommaso Addeo 20 mila euro in contanti con l’incarico di procedere a versamenti frazionati. «Oh ieri c’ho avuto st’incontro con questi de La Cascina». Il 26 marzo 2014, quando, invece, Odevane, in passato anche vicecapo gabinetto di Walter Veltroni, incontra alcuni dirigenti del gruppo La Cascina, poi, il giorno successivo, consegna denaro contante al suo collaboratore Marco Bruera. «Me li hanno dati ieri sera ‘sti soldi. Complessivamente mi hanno dato 30mila euro”. Qualche mese dopo, il 16 giugno, c’è Carmine Parabita (del gruppo La Cascina) che consegna una busta ad Odevaine: «non sapevo dove metterli li ho messi tutti qua». Il 12 settembre è Marco Bruera ad andare da Parabita. «Marco è andato a prendere i soldi». Mentre il 6 ottobre, due mesi prima dell’esplosione dell’inchiesta giudiziaria, lo stesso Parabita si reca a casa di Odevaine per la consegna di 15 mila euro in contanti. Parte dei soldi, si legge nella sentenza, sarebbe stato investito all’estero, come anche il re delle coop Salvatore Buzzi osservava ironicamente in un’intercettazione agli atti. «Scusa ma c’ha mezzo Venezuela! come se l’è fatto? col risparmio dello stipendio?».
Odevaine, attualmente agli arresti domiciliari, rimane comunque imputato nel maxi processo per un altro episodio di corruzione. Oltre ai dirigenti del gruppo La Cascina, anche l’ex presidente del consorzio Eriches Salvatore Buzzi gli garantiva una retribuzione fissa: circa 5 mila euro al mese. Soldi versati, a detta di Odevaine.
MARCO CARTA

3 Novembre 2016
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