MAFIA CAPITALE
9:05 pm, 17 Ottobre 16 calendario

Mafia Capitale: la teste Campana irrita la corte

Di: Redazione Metronews
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ROMA «Ho conosciuto Buzzi quando sono venuta a Roma. Ero ancora una studentessa fuori sede e mi venne presentato dai dirigenti del mio partito, il Pds, di cui all’epoca ero una semplice militante. Aveva nello spirito ideali importanti in cui credevo, come la riabilitazione di persone in difficoltà». Avrebbe potuto avvalersi della facoltà di non rispondere, in quanto legata ad uno degli imputati del processo Mafia Capitale, l’ex assessore capitolino Daniele Ozzimo, da cui si è separata ormai diversi anni fa. Invece ha preferito sottoporsi alle domande dei legali per circa due ore. Non è stata decisamente una “passeggiata” la testimonianza della deputata Pd Micaela Campana, convocata ieri nell’aula bunker di Rebibbia dai legali di Salvatore Buzzi,  il «grande capo», come la deputata lo chiamava affettuosamente in un sms agli atti del processo. «Era solo un modo rispettoso di rivolgersi ad una persona più grande di me – ha provato a spiegare la Campana – Avevo scritto capo perché era a capo della più importante coop sociale del centro sud».
In aula si è parlato molto, dall’interrogazione parlamentare sollecitata da Buzzi per il Cara di Castelnuovo di Porto, «che non ho mai presentato», fino all’incontro, richiesto sempre da Buzzi, con il viceministro agli interni Filippo Bubbico, «di cui ignoravo l’argomento».
C’è anche un trasloco effettuato dai lavoratori della 29 giugno per il cognato fra le le vicende emerse nel corso dell’udienza, in cui la Campana, messa dinnanzi alle intercettazioni, ha palesato evidenti deficit di memoria, inanellando una sfilza di «non ricordo» che hanno indispettito non poco la presidente della X sezione penale Rosanna Ianniello: «Lei è una persona giovane. Come è possibile che non ricordi cose di pochi anni fa? La invito per l’ennesima volta a dire la verità».
Di fronte ai giudici, la Campana, non indagata, non ha saputo fornire spiegazioni su una lettera di Buzzi indirizzata al premier Matteo Renzi, di cui l’ex presidente della 29 giugno le parlava in un sms: «Bonifico fatto, ho preparato la lettera per il premier». Il messaggio porta la data del 7 novembre 2014 e precede la cena di finanziamento da mille euro a persona organizzata dal Pd nazionale, a cui Buzzi partecipò, prenotando un tavolo per 5. “«Dissi a Buzzi della cena  – ha precisato Micaela Campana – ma lui era stato già contattato dal Pd romano. Io gli indicai solo il numero del conto corrente. Alla cena ricordo le persone della coop, non ricordo se fosse presente anche lui. A me non ha consegnato nulla».
Prima della parlamentare, a sfilare davanti ai giudici della X sezione penale, sempre in veste di testimone citato dalle difese, era stato l’ex garante dei detenuti della regione Lazio Angiolo Marroni, che senza timore aveva rivendicato i suoi rapporti con l’ex presidente della 29 Giugno, a cui spesso segnalava lavoratori provenienti dal carcere. «Fra me e Buzzi c’era un’amicizia, mentre non conosco Massimo Carminati». Al contrario, l’ex capo segreteria di Gianni Alemanno, Antonio Lucarelli, e l’imprenditore Giuseppe Cionci, due dei 116 indagati per cui la procura ha chiesto l’archiviazione, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
MARCO CARTA

17 Ottobre 2016
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