Industria 4.0
7:25 pm, 13 Ottobre 16 calendario

Il made in Italy spinge il ritorno delle imprese

Di: Redazione Metronews
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ROMA Cresce in Italia il “back reshoring”, il rientro della produzione di aziende che durante la crisi avevano delocalizzato le proprie attività. Le ragioni principali di tale fenomeno sono il forte valore che il brand “Made in Italy” conserva sul mercato e l’evoluzione della green economy. È quanto sottolinea il Censis nel rapporto “Dallo smontaggio della città-fabbrica alla nuova manifattura urbana”. «Siamo ancora il secondo Paese industriale in Europa dopo la Germania, anche se certamente i sette anni di crisi economica hanno ridotto il perimetro manifatturiero», osserva il Censis, «Si è però arrestato il prepotente processo di esternalizzazione di attività produttive alla ricerca di mercati del lavoro più favorevoli». «Il primo attiene alla possibilità di connotare i prodotti con un brand territoriale favorevole», spiega il rapporto. «Il secondo è riferibile al fatto che le tecnologie consentono di abbattere l’impatto ambientale della gran parte delle produzioni industriali. Produrre pulito è fondamentale per continuare a produrre in contesti fortemente antropizzati e inoltre è un modo per aggiungere qualità e appeal ai prodotti». Un terzo elemento attiene alla nostra cultura manifatturiera, ancora molto radicata. «Infine, ancora in fase iniziale ma sicuramente molto promettente, il concetto di “fabbrica digitale”, che comincia ad affermarsi, trova diverse interpretazioni più o meno evolute, ma sicuramente rappresenta il futuro della produzione manifatturiera italiana».  
Le imprese manifatturiere riqualificano le città
Le imprese manifatturiere innovative sono una grande chance di riqualificazione per le città, molte delle quali da tempo deindustrializzate. È uno dei messaggi centrali del rapporto elaborato dal Censis e commissionato dalla fondazione Make in Italy. «Il settore manifatturiero non potrà forse tornare ad avere l’importanza che aveva un tempo all’interno delle città. Tuttavia la presenza di un segmento solido e innovativo che contribuisca all’offerta di posti di lavoro qualificati è di grande importanza», afferma il Censis, «riportare in città la manifattura a basso impatto, mantenere la capacità di produrre prodotti fisici (non limitandosi a essere delle piazze di consumo) è una delle chiavi perché le città rimangano a lungo leader nel campo dell’innovazione». «Del resto l’insediamento di attivita’ imprenditoriali di piccole dimensioni ha un impatto positivo sullo spazio urbano: consente di riqualificare i centri urbani con un mix di funzioni, contribuisce ad attivare spazi pubblici, ad investire nella manutenzione di edifici, eccetera», sottolinea il rapporto, «si tratta evidentemente di un’opportunità anche occupazionale». D’altro canto l’ambiente urbano offre vantaggi peculiari alle aziende.
PMI, digitalizzazione processo indispensabile
La digitalizzazione è indispensabile anche per le PMI, sostiene il Censis. «Si è avviato un processo nel quale le imprese, attraverso le Smart Manufacturing Technologies, riducono i costi e aumentano efficienza e competitività». Gli investimenti digitali dal 2005 al 2015 hanno avuto un incremento di 4 punti percentuali. Nel Digital Economy Society Index 2016 però l’Italia è 25ma in Europa. 
Diminuisce il numero di aziende che chiudono
Il numero delle cessazioni di imprese manifatturiere «si è fortemente ridimensionato», osserva il Censis. «Nel 2015 l’emorragia di imprese (circa 27.800 aziende hanno cessato l’attività nel corso dell’anno) è stata assai meno rilevante che nel 2009, quando cessarono l’attività oltre 35.500 aziende manifatturiere». Si tratta di una riduzione maggiore di quella registrata negli altri settori.
METRO
 

13 Ottobre 2016
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