Milano/Addio a Fo
10:22 am, 13 Ottobre 16 calendario

Addio a Dario Fo, il giullare del teatro

Di: Redazione Metronews
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MILANO Ha scritto una delle più belle pagine del teatro italiano. E non solo perché Dario Fo è stato attore, drammaturgo, regista, illustratore, scenografo, scrittore e pittore. Premio Nobel per la letteratura nel 1997.
Assieme a sua moglie Franca Rame ha letteralmente rivoluzionato l’universo artistico e culturale.
Se ne è andato stamattina, così, senza far rumore, dopo un ricovero di 12 giorni all’ospedale Sacco di Milano per complicazioni polmonari. Aveva compiuto 90 anni lo scorso 24 marzo. Per celebrarlo, tutta la città di Milano, lo aveva omaggiato con una grande festa cominciata con l’inaugurazione, a Verona, nella sede dell’Archivio di Stato di Verona, del Laboratorio-Museo-Archivio destinato a valorizzare l’archivio di Dario Fo e Franca Rame: oltre un milione di documenti tra scritti, copioni, locandine, scenografie.
Dario Fo, il “giullare” incontrastato del teatro italiano, era figlio di un capostazione di Sangiano, un paesino in provincia di Varese. Nel 1968, con Franca Rame, fondò il gruppo teatrale Nuova Scena. L’obiettivo era quello di tornare alle origini popolari del teatro e alla sua valenza sociale.
Così nacque nel ’69 quel “Mistero Buffo” nel quale Fo, unico attore in scena, recitava una fantasiosa rielaborazione di testi antichi in grammelot, un linguaggio teatrale che si rifà alle improvvisazioni giullaresche e alla Commedia dell’arte, costituito da suoni che imitano il ritmo e l’intonazione di uno o più idiomi reali con intenti parodici. 
Al 1970 risale “Morte accidentale di un anarchico”, l’opera che segna il ritorno di Fo alla farsa e all’impegno politico; ispirata al caso della morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli (ma ufficialmente si ispirava ad un evento analogo avvenuto negli Stati Uniti all’inizio del XX secolo, la morte di Andrea Salsedo) il commissario Luigi Calabresi diventa il commissario Sportivo, soprannominato “commissario Cavalcioni”, che posiziona gli interrogati a cavalcioni di una finestra, accreditando l’ipotesi poi smentita dall’inchiesta della magistratura, della defenestrazione dolosa dell’anarchico.
Tante le opere scritte per il teatro, per la radio e per la televisione. Così come tante sono state le sue celebri collaborazioni come illustratore e pittore. Per l’International School of Theatre Anthropology di Eugenio Barba, Fo realizzò molti quadri che furono usati come locandine delle sessioni dell’ISTA.
La camera ardente sarà allestita «in un luogo simbolo del teatro di Milano». Lo ha detto il primario di Pneumologia Delfino Luigi Legnani  dell’ospedale Sacco dove era ricoverato il Nobel per problemi respiratori. Le sue condizioni, ha specificato il medico nel corso di una conferenza stampa organizzata nell’ospedale, «sono precipitate nelle ultime ore, non si poteva fare di più». Dario Fo, ha concluso il medico, «aveva una capacità respiratoria incredibile in presenza di una patologia polmonare complicata come la sua».
Sarà, infatti, allestita al Piccolo Teatro Strehler di Milano la camera ardente per Dario Fo. Lo ha comunicato l’assessore alla Cultura di Palazzo Marino Filippo Del Corno uscendo dall’appartamento dove ha vissuto Fo, in corso di Porta Romana. Stando alle previsioni la camera ardente sarà aperta dalle 12 di domani fino a mezzanotte. Riaprirà alle 8.30 di sabato 15 ottobre fino al momento in cui Dario Fo verrà trasportato in Piazza Duomo per la cerimonia laica.
«Se mi dovesse capitare qualcosa, dite che ho fatto di tutto per campare», ripeteva.
Dario Fo ha fatto veramente di tutto: per la sua vita, per la cultura, e per la politica. Ci mancherà tanto.
PATRIZIA PERTUSO
L’intervista di Antonella Fiori a Dario Fo
http://www.metronews.it/16/04/06/fo-creativi-90-anni-%E2%80%9Cci-vuole-m…

13 Ottobre 2016
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