Scuola
7:18 pm, 10 Ottobre 16 calendario

Più studenti all’estero ma la crisi ora frena

Di: Redazione Metronews
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ROMA Cresce la voglia di “apertura” degli studenti italiani e delle scuole in generale. Nel solo anno scolastico 2015-2016, ben 7.400 adolescenti delle superiori hanno trascorso un periodo tra i 3 o 6 mesi o l’intero anno scolastico all’estero (due anni fa la stima era pari a 7.300, ma nel 2009 erano 3.500, un bel passo in avanti del 111%). Le destinazioni preferite continuano ad essere quelle anglofone, gli Usa (38%) e il Regno Unito (13%). Intanto circa due terzi (63%) degli istituti italiani ha attivato almeno un’iniziativa di tipo internazionale.
Lenta internazionalizzazione
Un altro passo in avanti nel lento cammino della scuola italiana nell’apertura verso l’estero, che raggiunge 42 punti su 100 (nel 2009 erano 37). Tuttavia la voglia di apertura si scontra con la crisi economica di lunga durata che ha causato una minor disponibilità economica sia da parte del settore pubblico (e quindi delle scuole) che da parte delle famiglie. È quanto emerge dalla rilevazione 2016 dell’Osservatorio nazionale sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca affidata a Ipsos dalla Fondazione Intercultura.
Un bilancio con luci e ombre
Ai risultati positivi, rilevati su un campione di circa 400 dirigenti scolastici delle superiori, si contrappone però uno scenario di luci e ombre: da un lato ci sono le scuole già ben avviate che riescono ad aderire o a organizzare iniziative che favoriscono i contatti tra studenti e docenti italiani ed esteri, tant’è che è in crescita negli ultimi due anni il numero di istituti con indice alto (tra 51 e 70 punti). Dall’altro lato permane un folto gruppo di scuole che non ha le risorse o le competenze per attivare il percorso di internazionalizzazione: rispetto al 2014, quel 63% di scuole che ha aderito a progetti internazionali è diminuito di 5 punti. Le scuole del Sud, in particolare, non confermano il maggior coinvolgimento sperimentato nel 2014 (scendendo di 9 punti percentuali). A pesare è la carenza di budget.
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10 Ottobre 2016
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