L'intervista
8:28 pm, 6 Ottobre 16 calendario

Rifugiati, la dura accusa Scelte dettate dalla paura

Di: Redazione Metronews
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ROMA Siamo al livello più basso delle politiche internazionali per i rifugiati. Lo ha denunciato l’ultimo rapporto di Amnesty e lo urla, a gran voce, Liza Schuster, Professoressa di Sociologia alla City, University of London, che ha trascorso più di tre anni in Afghanistan come ricercatrice sulla politica di asilo e di espulsione, e lavora attualmente presso il Ministero dei rifugiati e dei rimpatri del governo di Kabul.
Quella dei migranti ormai non è più un’emergenza ma una problematica cronica… Quasi storica. Qual è il giusto approccio per affrontarla?
Curiosamente, dopo le guerre nei Balcani, l’Ue ha introdotto la direttiva sui rientri temporanei. Quando c’è una forte ondata migratoria proveniente da zone di conflitto, la direttiva permette la concessione della protezione temporanea per due anni. In questo modo gli Stati hanno il tempo di istituire un’infrastruttura in grado di trattare con i numeri. Abbiamo gli strumenti giuridici, ma non la volontà politica.
Lei ha detto che l’Europa fa bullismo politico contro l’Afghanistan. Che significa?
L’Afghanistan è in una situazione molto fragile al momento. Nonostante l’accordo firmato, ci sono battaglie in corso in tutto il paese. Inevitabilmente, dato il conflitto e il ritiro delle forze internazionali e di molte Ong, l’economia è crollata, il che rende molto difficile per le famiglie di sopravvivere, e il sostegno che arriva dai membri della famiglia dal resto del mondo diventa ancora più importante. Chiudere questo canale è una tragedia inimmaginabile.
 L’Europa ha due velocità: ci sono i paesi di confine come l’Italia e paesi poco interessati dalle rotte migratorie. Come risolvere questo dualismo?
Il trattato di Dublino deve essere abolito: non è giusto per Grecia, Italia e Spagna, ed è crudele e disumano impedire alla gente di unirsi con i membri della famiglia arrivati in precedenza, in particolare nel caso di minori non accompagnati. Se viene concesso loro di poter scegliere dove stare, si dirigeranno dove potranno trovare il sostegno di amici e familiari, in tutta Europa. E così il governo potrebbe concentrarsi su quelli senza supporto o più bisognosi. Ma i paesi settentrionali e occidentali non dovrebbero essere autorizzati a utilizzare la loro posizione geografica per sottrarsi alle responsabilità morali e politiche.
La Merkel aveva provato a trovare una soluzione condivisa nel 2015, ma senza risultato…
La posizione della Merkel nel 2015 è stata una scelta umana e logica ed era ragionevole aspettarsi che gli altri stati dell’Unione europea ne seguissero l’esempio. Se avessero dimostrato solidarietà, la sua soluzione avrebbe potuto essere vincente.
 
Qual è la soluzione secondo lei?
 Non posso parlare per la Merkel che ora ha ceduto alle pressioni politiche: sono molto pessimista sulla volontà dell’Europa di rispondere a una logica umana. Purtroppo l’Unione europea è sempre più guidata dalla politica della paura, che è un male sia per gli europei che per i rifugiati.
STEFANIA DIVERTITO

6 Ottobre 2016
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