Malpensa T1-T2
7:58 pm, 3 Ottobre 16 calendario

‘Ndrine e tangenti 14 arresti a Milano

Di: Redazione Metronews
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MILANO Imprenditori calabresi e bergamaschi – “alcuni dei quali aventi contiguità alla ‘ndrangheta”, secondo i magistrati – uniti per truccare le gare di subappalto legate a diverse opere pubbliche in Lombardia. È la convinzione della Dda di Milano guidata da Ilda Boccassini, che lunedì ha portato in carcere 14 persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, fatture per operazioni inesistenti, truffa ai danni dello Stato, intestazione fittizia di beni e complessi societari e illecita concorrenza attraverso minacce e violenza. Complessivamente sono state accertate violazioni per 20 milioni di euro dal 2010 a oggi, “attività distrattive” che hanno indotto la Procura a chiedere il fallimento di tre società coinvolte i cui titolari sono indagati anche per bancarotta fraudolenta.
STORIA DI UN APPALTO SFORTUNATO
L’appalto contestato
Il piatto più ricco è l’appalto per la costruzione della ferrovia tra il Terminal 1 e 2 dell’aeroporto milanese di Malpensa. Un appalto da 110 milioni di euro gestito da Ferrovie Nord Milano del quale  “Metro” denunciò più volte i diversi lati oscuri già dal 2014.
Il primo e più macroscopico è che quest’opera sia stata dichiarata “fondamentale per Expo” e come tale abbia goduto di una corsia preferenziale nell’iter delle gare e, soprattutto, nei controlli. Peccato però che il bando di gara per la costruzione della ferrovia prevedesse un inizio lavori a Esposizione Universale già aperta. Un assurdo. Ora si sospetta che sul quell’appalto senza controlli la ‘ndrangheta sia riuscita a mettere  le mani.
 Per i magistrati, a capo del gruppo c’era l’imprenditore Pierino  Zanga,  “formalmente mero dipendente all’interno delle varie società, ma di fatto dominus di un circuito di società aggiudicatrici di vari subappalti per la realizzazione di opere pubbliche”, che avrebbe dato vita a “un vero e proprio sistema nell’alternarsi nell’esecuzione dei subappalti, con cadenza tendenzialmente biennale, con il preciso scopo anche di eludere eventuali attività di controllo di natura fiscale”.
Per gli inquirenti un gioco impossibile senza la complicità di quanti assegnavano le gare. Per questo in manette è finito anche Davide Lonardoni (curruzione, l’accusa), dirigente di Nord Ing, società controllata da Ferrovie Nord Milano, che smistava appalti in cambio di tangenti. Infine, in galera è andato anche Alessandro Raineri, faccendiere a libro paga degli imprenditori per aiutarli a contattare diversi funzionari pubblici e perfino non meglio precisati “contatti romani”.
Gibelli si difende
“Nessuna società del gruppo Ferrovie Nord Milano è coinvolta nell’indagine della Procura di Milano. Un dipendente di una delle società del gruppo è interessato dall’indagine a titolo personale. Non si tratta di un dirigente”. È la surreale dichiarazione diramata ieri dal presidente di Fnm Spa, Andrea Gibelli,  a proposito dell’inchiesta della Procura di Milano.
ANDREA SPARACIARI

3 Ottobre 2016
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