Cinema/American Pastoral
5:33 pm, 3 Ottobre 16 calendario

Il Sogno Americano non esiste più

Di: Redazione Metronews
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ROMA Il Sogno Americano stavolta ha la faccia di Ewan McGregor. Lui, leggendario atleta del liceo che ha sposato la Miss di turno ed eredita la ricca azienda di famiglia, sembra l’incarnazione di quegli ideali ma la vita spesso è molto più complicata di così. Lo sa bene McGregor che sceglie di raccontare questa storia nel suo debutto alla regia in “American Pastoral”, dal  20 ottobre nei cinema, da lui anche interpretato al fianco di Jennifer Connelly e di Dakota Fanning.
Cosa l ‘ha spinta a fare questo passo? 
L’amore per la storia raccontata in Pastorale Americana di Philip Roth mi ha spinto a voler anche fare il salto e dirigere, oltre che ad interpretare, questa storia in cui il mio personaggio incarna davvero quel Sogno e la figlia, gli Anni Sessanta. È stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita e ho scoperto il dietro le quinte, ciò che di solito viene nascosto agli attori. Questo mi ha fatto crescere molto. 
Cosa ha messo di suo nel film?
Tutto l ‘amore e le paure di genitore di quattro figlie. Paura di sbagliare sempre.
A chi si sente più vicino dei registi con cui ha lavorato? 
Sono stato fortunato perché ho lavorato con registi straordinari e diversi. Da ognuno prendi qualcosa. Con Danny Boyle ho cominciato e da lui ho imparato molto ma credo che il set sia fatto di magia, del feeling che si crea tra regista e attori. E questo che conta e che si è ricreato sul set del nuovo Trainspotting appena girato.
Che cosa pensa del Sogno Americano nell’America di oggi che vede candidato alla presidenza un uomo come Trump? 
Sono scozzese e non vedo più nessun Sogno Americano.
SILVIA DI PAOLA
 

3 Ottobre 2016
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