Gael Garcia Bernal
10:16 pm, 2 Ottobre 16 calendario

Con Neruda contro Hollywood

Di: Redazione Metronews
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CINEMA Ha idee chiare e viene dal Messico. È attore, autore, produttore, capace di passare da Che Guevara alla serialità tv più intelligente (“Mozart in the Jungle”), a un film come questo “Neruda”, firmato da Pablo Larrain e in uscita il 13 ottobre. Di certo Gael Garcia Bernal insegue il sogno di un cinema capace di creare un mondo migliore.
In che modo?
Abbattendo barriere e promuovendo il dialogo sempre e comunque. L’opposto di ciò che oggi fanno politici come Trump, che dà la colpa di tutto ai messicani o ai musulmani o ai cinesi, e fa discorsi di odio, proprio quando l’immigrazione negli Usa è negativa: ci sono più persone ad entrare in Messico che viceversa.
Quindi il cinema è sempre politico?
Ci fa pensare al passato e, insieme, crea futuri possibili, in questo senso è molto politico, ma non è solo questo. Direi che  il cinema di per sé abbatte le frontiere perché spinge alla discussione e al confronto. In questo senso ha un’enorme funzione  politica.
Chi è l’antagonista di Neruda che lei interpreta?
Vuole essere un grande poliziotto, sebbene sia un bastardo, un personaggio da film noir, senza passato e senza futuro. Un poliziotto capace di dormire  in piedi, vestito sempre allo stesso modo, con un occhio mezzo chiuso. Un uomo che cerca di crearsi un’identità confrontandosi con un creatore di vita come Neruda, lui che di vita non ne ha.
Il suo scegliere ruoli del genere è anche un modo per fuggire dal meccanismo hollywoodiano?
Ho sfiorato quel mondo, ma poi ho scelto un altro percorso. Anche perché Hollywood è un mito del passato, ormai i film si fanno ovunque e io sceglierò sempre film come “Neruda”, che parlano di uomini reali e, quindi, anche di me. SILVIA DI PAOLA

2 Ottobre 2016
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