Referendum costituzionale
9:16 pm, 26 Settembre 16 calendario

Le ragioni del sì Ceccanti: cambiare per rilanciare l’Italia

Di: Redazione Metronews
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ROMA Rendere più efficiente l’Italia risolvendo i conflitti istituzionali. Questo è il motivo del sì secondo il costituzionalista Stefano Ceccanti.
Perché votare sì al referendum? 
Per almeno due motivi espressi in due numeri, 4 e 50. Quattro su sei sono le elezioni che dal 1994 hanno dato luogo a maggioranze diverse fra Camera e Senato, pregiudicando la governabilità. Resteremo in balia di questa instabilità se non decidiamo che sia una sola Camera a dare la fiducia al governo.
E cinquanta? 
Negli ultimi anni il 50 per cento del tempo della Corte Costituzionale è stato dedicato ai conflitti fra Stato e Regioni, per stabilire se una legge sia di competenza centrale o locale. Questa incertezza ha creato una paralisi che provoca un danno pazzesco alla vita quotidiana delle persone e all’economia. Con i consiglieri regionali in Senato e la riforma del Titolo V questo conflitto diminuirà sensibilmente. Inoltre già Costantino Mortati ai tempi della Costituente definì il Senato un inutile doppione della Camera, mentre oggi non sarà più così superando il bicameralismo perfetto. 
Il fronte del no però avanza molte critiche nel merito.
I fautori del no sostengono due critiche opposte. Un primo filone sostiene che c’è un disegno coerente di concentrazione di potere. Ma non considerano che per eleggere gli organi di garanzia istituzionale serve una maggioranza superiore alla maggioranza parlamentare. Poi c’è un filone opposto che si contraddice col primo. Si dice che con la riforma si vada a creare una confusione di poteri. Ma non è così: l’articolo che specifica i poteri di Camera e Senato è necessariamente complicato, ma il risultato è chiaro. Alla fine il 95 per cento delle leggi le fa la Camera, e il Senato interviene solo nel restante 5% dei casi, ad esempio sulle leggi costituzionali.  
OSVALDO BALDACCI

26 Settembre 2016
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