Naufraga il Ttip ma spunta il Tisa
ROMA Mentre il Ttip, l’accordo internazionale per il libero scambio dei beni, sta fallendo dopo essersi arenato, ecco che arriva un altro negoziato tra Europa, Stati Uniti e altri 21 Paesi che spaventa gli ambientalisti in tutto il mondo. Si chiama Tisa e il libero scambio ora riguarda i servizi: elettrici, idrici, finanziari, informatici. E proprio come per il Ttip, i contenuti precisi sono segreti. Addirittura è stato previsto che alcuni elementi del trattato rimangano secretati per i 5 anni successivi alla firma.
La denuncia di Greenpeace e Wikileaks
Ma qualcosa è trapelato grazie all’azione ormai collaudata di Wikileaks e Greenpeace Olanda, responsabili della diffusione dei contenuti anche per il Ttip. Stavolta il capitolo più corposo è quello energetico: «Il Tisa lega le mani ai politici che devono applicare l’accordo sul clima di Parigi – spiega Federica Ferrario, della campagna Agricoltura e progetti speciali di Greenpeace Italia – le aziende avrebbero voce nella stesura di nuovi regolamenti che andrebbero a influenzare i loro interessi». Nessuna distinzione poi tra fonti energetiche meno impattanti e combustibili fossili: l’unico valore che conta sarà economico. «Sapere che l’industria dei combustibili fossili potrebbe scrivere policy ambientali è una contraddizione – conclude Ferrario – queste decisioni devono essere prese dai cittadini tramite i governi che hanno democraticamente eletto, non dalle aziende».
STEFANIA DIVERTITO
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