finanza
8:38 pm, 14 Settembre 16 calendario

Il Tesoro scommetteva con soldi degli italiani?

Di: Redazione Metronews
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ROMA L’operazione derivati tra Morgan Stanley e ministero dell’Economia, chiusa tra il 2011 e il 2012, ha provocato danni erariali per circa 4 miliardi di euro. La Procura regionale del Lazio della Corte dei Conti, dopo aver terminato la fase istruttoria, ha presentato alla banca d’affari Usa e ad alcuni ex dirigenti del Tesoro un invito a dedurre. Tra i coinvolti: Maria Cannata, direttore del Debito pubblico; Vincenzo La Via, suo predecessore; Domenico Siniscalco, ex direttore generale del Tesoro e Vittorio Grilli, anche lui ex direttore del Tesoro. Avranno 30 giorni di tempo per presentare documenti o informazioni a propria discolpa e, se non saranno ritenuti sufficienti, la Corte dei Conti potrà procedere portando in giudizio le parti.
Quella clausola capestro
La loro colpa, secondo l’ipotesi sulla quale procede la magistratura contabile, è quella di aver concesso a Morgan Stanley una clausola incompatibile con gli obiettivi di gestione del debito pubblico del Tesoro. Solitamente, infatti, l’esposizione dello Stato nei confronti dei creditori si spalma in un periodo di medio o lungo termine. La clausola “Ate” (Additional termination events) prevedeva invece l’imposizione allo Stato italiano di chiudere tutta l’esposizione verso quella banca dall’oggi al domani. Nei fatti Morgan Stanely poteva chiedere la chiusura di tutte le posizioni debitorie se l’esposizione creditizia avesse superato un limite prestabilito. Cosa che avvenne tra il 2011 e il 2012. Nella tempesta finanziaria che aveva portato diversi Stati sull’orlo del fallimento, Morgan Stanley chiese l’attivazione della clausola. L’allora governo Monti sborsò così a tambur battente 3,1 miliardi. La Corte dei Conti contesta anche alcuni contratti derivati stipulati dal Tesoro con caratteristiche speculative vietate a un investitore pubblico. Come fossero «scommesse» fatte con i soldi degli italiani.
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14 Settembre 2016
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