X FACTOR 10
5:20 pm, 12 Settembre 16 calendario

X Factor 10: Fedez pronto a fare (anche) il produttore

Di: Redazione Metronews
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TV C’è il veterano, Fedez («ho insegnato qualche trucco televisivo ai nuovi»); c’è chi torna, Arisa, e sogna di cantare all’estero («ma la mia casa discografica mi dice sempre sì, sì, ma poi non mi ci manda»); c’è il giovane talento, molto figo, che viene dalla Spagna e già parla perfettamente l’italiano e altre 4 lingue, Alvaro Soler («non paragonatemi a Mika, ognuno è diverso»); e infine, c’è il guru della musica indie italiana, Manuel Agnelli («sono qui per portare musica che in tv non c’è mai stata e per far capire che un talent non è l’arrivo, ma l’inizio»).
Ecco la nuova giuria di X Factor 10, che torna giovedì alle 21.15 su Sky Uno HD (e il venerdì in chiaro su TV8). Al timone sempre lui, Alessandro Cattelan, che a X Factor si sente a casa («ho la sensazione di stare in ciabatte, sul divano e davanti al camino»).  Si parte con tre puntate di audizioni, poi due di Bootcamp, una di Home Visit e dal 27 ottobre arriverà il Live.
La sfida è sempre la stessa, trovare il nuovo astro della musica italiana. Un’impresa che dopo Fragola negli ultimi anni ha fallito, anche perché la perfezione della macchina dello show spesso ha fagocitato gli interpreti. La gente guarda lo “spettacolo X Factor”, non la sfida dei tre finalisti, risucchiati da un evento gigantesco.
«Non nego che ciò sia accaduto», dice Fedez, «ma dipende non dal talent in sé, quanto dalla gestione del dopo, che è ancora deficitaria. Nel mio primo anno a XF ho fatto il manager del primo e il secondo classificato (Fragola e Madh, ndr) e loro sono andati benissimo. L’anno scorso mi sono fermato, anche perché avevo lavorato pro bono, cioè gratis, e non ho ricevuto neanche un po’ di riconoscenza… Quest’anno, mi sono ringalluzzito con Rovazzi e riprenderò a fare il discografico».
Un entusiasmo condiviso da Agnelli: «In questa generazione (quella di Fedez, ndr) rivedo il dinamismo di 15 anni fa, quando nascevano club, etichette e si faceva musica. La generazione dei 40enni, quella successiva alla mia, ha solo succhiato dalla musica, senza dare niente in cambio. Oggi mi sembra che la tendenza sia cambiata».  I presupposti per un’edizione frizzante e combattuta ci sono tutti. Aspettiamo e vediamo.  ANDREA SPARACIARI

12 Settembre 2016
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