Sprechi alimentari
11:48 am, 4 Settembre 16 calendario

Ora è più semplice donare cibo in scadenza

Di: Redazione Metronews
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Roma – Un primo, importante passo per combattere una piaga del nostro sistema economico, commerciale e anche sociale: lo preco alimentare. È stata pubblicata qualche giorno fa in Gazzetta ufficiale la prima legge italiana che mira ad agevolare la cessione gratuita dei cibi in scadenza e non più commercializzabili a chi ne ha bisogno.
Una piaga, dicevamo: ogni anno sprechiamo 5 milioni e mezzo di tonnellate di cibo, parliamo di 12 miliardi di euro buttati al vento, solo in Italia. 
Secondo il rapporto del Politecnico di Milano ‘Surplus food management’ vi sono 5,6 milioni di tonnellate di cibo generate in eccesso (16% dei consumi annui). All’interno della filiera, il 2,8% si perde nella fase di produzione, 0,4% nella trasformazione. Il 43% dello spreco avviene in ambito domestico, cioè in famiglia (dunque con basso grado di recuperabilità) ma un buon 57% è dovuto agli attori della filiera, e qui ci si può impegnare molto  di più. Oggi, solo il 9% è recuperato, ma è interessante notare che è il 10% in più di quanto riscontrato nello stesso studio svolto 4 anni prima. 
I 18 articoli della legge mirano a semplificare la vita ai cittadini e alle aziende – produttori, ristoranti, supermercati, piccoli negozi – che vogliono regalare le loro eccedenze di cibo alle onlus impegnate a favore dei poveri, con la possibilità, per i Comuni, di fare sconti sulla Tari a chi ha deciso di impegnarsi. Possono essere ceduti anche prodotti alimentari idonei al consumo umano o animale oggetto di confisca. Entro 90 giorni il Ministero della salute deve predisporre linee di indirizzo per gli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, comunitarie e sociali. Bisognerà instaurare una “filiera virtuosa antispreco”. 
Nel 2013 l’Institution of Mechanical Engineers, l’associazione degli ingegneri meccanici britannici calcolò che lo spreco di cibo – dal residuo in campo alla produzione e distribuzione allo spreco domestico – vale nel mondo circa 2.060 miliardi di euro. Solo nei Paesi industrializzati vengono buttate 222 milioni di tonnellate di cibo ogni anno: una quantità che sarebbe sufficiente a sfamare l’intera popolazione dell’Africa Sub Sahariana. Ogni anno, il cibo che viene prodotto e non consumato, sperpera un volume di acqua pari al flusso annuo di un fiume come il Volga; utilizza 1,4 miliardi di ettari di terreno – quasi il 30 per cento della superficie agricola mondiale – ed è responsabile della produzione di 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra. 
Una legge positiva, che comunque ha delle ombre, come ha sottolineato la blogger e scrittrice impegnata in tematiche ambientali Linda Maggiori: «L’Italia è il secondo Paese ad avere, dopo la Francia, una normativa dedicata a evitare le eccedenze alimentari. Molto meno coraggioso della Francia, che ha reso obbligatoria la donazione, imponendo tasse e penali ai grandi supermercati che depositano la merce nelle discariche o presso gli inceneritori. Il provvedimento italiano prevede incentivi, sgravi ed alleggerimenti burocratici, lasciando la facoltà di scegliere alla Grande distribuzione organizzata (Gdo). In poche parole, i supermercati e la Gdo italiani doneranno solo qualora tale scelta sarà più conveniente economicamente rispetto al macero della merce invenduta. Sicuramente è meglio che niente. Sicuramente però, non risolverà il problema alla radice».
La maggior parte dello spreco avviene poi nelle nostre case: per quello non serve una legge ma un maggior senso civico e un maggiore consapevolezza di ognuno di noi. 
STEFANIA DIVERTITO

4 Settembre 2016
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