Medicina
5:35 pm, 11 Agosto 16 calendario

Così la realtà virtuale aiuta i paraplegici

Di: Redazione Metronews
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USA Nuove speranze per i paraplegici: otto pazienti hanno ottenuto risultati sorprendenti nel recupero di mobilita’ e sensibilita’ grazie all’uso della realta’ virtuale e all’addestramento con interfacce neurali. E’ quanto riferisce uno studio pubblicato su Scientific Reports da Miguel Nicolelis, neuroscienziato alla Duke University della North Carolina, fra i principali promotori della ricerca riabilitativa. I sei uomini e due donne del gruppo, tutti con gravi danni spinali, dopo un anno di addestramento hanno fatto progressi significativi. Addirittura, in quattro casi hanno visto migliorare il proprio status fino a “paralisi parziale”, un livello mai raggiunto prima con tecniche non invasive. E’ il caso per esempio di una giovane donna, paralizzata da oltre 10 anni, che non riusciva a stare in piedi ed e’ stata capace di alzarsi con l’aiuto di un tutore e un terapista, riuscendo finalmente a camminare con un deambulatore. “Non avevamo previsto questo sorprendente risultato clinico quando abbiamo iniziato il progetto”, ha confessato Nicolelis, sottolineando che “finora nessuno aveva visto un recupero di queste funzioni in un paziente da cosi’ tanti anni in paralisi completa”. Una di loro e’ riuscita a riacquistare la sensibilita’ a tal punto da “decidere di dare alla luce un figlio, potendo sentire le contrazioni”.
La terapia innovativa consiste nella combinazione di tecniche per stimolare parti del cervello che una volta controllavano gli arti a lungo rimasti inattivi. In pratica, grazie a un’interfaccia cervello-computer e a un avatar, e’ come se il sistema nervoso dei pazienti venisse riprogrammato e i pochi nervi intatti si risvegliassero e riuscissero a ricevere stimoli dal cervello, riacquistando cosi’ una parziale capacita’ motoria e tattile. In base ai segnali neurali inviati dai pazienti mentre immaginano di muovere le gambe, i ricercatori hanno animato degli avatar che mettono in atto virtualmente quei movimenti. Grazie a questa riprogrammazione hi-tech, i pazienti hanno ricominciato a sentire e, insieme a tute e gambe robotiche, hanno potuto anche muovere realmente i muscoli.    Nicolelis non e’ nuovo a simili imprese: nel 2014 un paraplegico con addosso una tuta robotica da lui co-disegnata diede il calcio simbolico d’inizio dei Mondiali di calcio in Brasile.
AGI

11 Agosto 2016
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