Ambiente/Contro Galletti
10:59 am, 2 Agosto 16 calendario

In cinquanta firmano per sostituire Galletti

Di: Redazione Metronews
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ROMA Sono tre i punti che contestano: la biodiversità italiana, vista come un mero patrimonio da sfruttare economicamente; la legge quadro sulle aree protette (394/91) che a suo avviso è oramai irrimediabilmente “invecchiata” come  e deve essere modificata per permettere alle imprese che operano nel settore green di svilupparsi a spese del territorio protetto; il Parco Nazionale dello Stelvio che oramai, con la divisione in tre parti (Lombardia e Province di Trento e Bolzano) potrà essere assunto come modello della nuova visione.
A puntare il dito contro il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, è il comitato etico-scientifico dell’associazione ambientalista Mountain Wilderness Italia, che conta tra i suoi componenti Stefano Rodotà, Salvatore Settis, Erri De Luca, Paolo Maddalena, Remo Bodei, Duccio Canestrini, Sandro Lovari.
Attraverso una lettera aperta inviata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Capigruppo e alle Commissioni ambiente del Senato e della Camera, l’associazione chiede la sostituzione del Ministro per “l’inadeguatezza” dimostrata.
Per i firmatari il Ministro sarebbe “inadeguato” rispetto alla «grande questione della conservazione della natura di cui egli non è in grado di cogliere né il valore ideale né i problemi concreti. Così non si rende conto che la rilevanza economica della biodiversità non risiede nel suo “sfruttamento”, ma negli eco-servizi che essa è in grado di offrire solo qualora venga pienamente tutelata; che la legge quadro non è una vecchia e inadeguata legge di conservazione, da rottamare, ma è una delle migliori leggi degli ultimi decenni, come dimostrano i risultati straordinari ottenuti sia sul piano dell’estensione della superficie protetta sia su quello delle nuove professionalità e delle nuove occasioni di lavoro; che le modifiche di tale legge attualmente in discussione in Parlamento (delle quali il Ministro si è sempre disinteressato) sollevano, senza risolverli, problemi delicatissimi e appaiono lontane da quella che dovrebbe essere l’autentica vocazione del Parchi Nazionali; che la crisi dei parchi ha le sue cause, oltre che nei gravi e crescenti limiti finanziari, in una interpretazione economicistica, burocratica e banalizzante del loro ruolo e nella incapacità delle istituzioni competenti, e innanzi tutto del Ministero dell’Ambiente, di dar vita a una vera e coraggiosa politica per riportare le aree protette al centro di una lungimirante progettazione dello sviluppo e della qualità della vita collettiva; che l’istituzione del nuovo Comitato nazionale per il Parco dello Stelvio non garantirà affatto l’unitarietà del Parco perché è composto da una schiacciante maggioranza di portatori di angusti e centrifughi interessi localistici».
Infine i firmatari chiedono «al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio dei Ministri di prendere in seria considerazione l’opportunità di restituire rilevanza centrale al Ministero dell’Ambiente e conseguentemente di nominare un nuovo Ministro in grado, per cultura, formazione e convinzioni profonde, di porsi come punto di riferimento nei confronti di quella parte della società civile in cui non si è ancora spenta la speranza di costruire la pace tra le attività umane e la natura; al Parlamento di sospendere l’attuale pericolosa e angusta corsa alle modifiche della legge quadro e di avviare un processo riformatore coraggioso e trasparente, di ampio respiro, che miri alla conservazione della natura in tutte le sue possibili articolazioni».
METRO  

2 Agosto 2016
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