Verso Rio 2016
5:11 pm, 1 Agosto 16 calendario

I sette figli d’arte alle Olimpiadi di Rio

Di: Redazione Metronews
condividi

ROMA Sono sette i figli d’arte nella rappresentativa azzurra alle Olimpiadi di Rio de Janeiro che inizieranno venerdì con la cerimonia d’apertura allo stadio Maracana. Si tratta dello schermitore Aldo Montano, della tuffatrice Tania Cagnotto, dei cavalieri Luca e Pietro Roman, del pallanuotista Andrea Fondelli ed i pallavolisti Ivan Zaytsev ed Oleg Antonov.  
Del nutrito gruppetto il più medagliato ai Giochi è senza dubbio Aldo Montano, figlio di una vera e propria dinastia. Il padre Mario, il nonno Aldo e i cugini dalla parte del padre, Mario Tullio, Tommaso e Carlo, parteciparono a diverse edizioni dei Giochi e tutti nella sciabola.
Il primo medagliato della lunga epopea dei Montano, livornesi doc, fu nonno Aldo che nel 1936 a Berlino conquistò l’argento nella prova a squadre. Aldo, 37 anni, è alla sua quarta partecipazione olimpica. Nella sua bacheca vanta già l’oro individuale nel 2004 ad Atene e con la squadra, l’argento nel 2004 ed i bronzi di Pechino 2008 e Londra 2012. A Rio punta ad ampliare la sua collezione.
Nobile figlia d’arte, anche lei componente di una dinastia di tuffatori, è Tania Cagnotto. La 31enne bolzanina è alla sua quinta partecipazione ai Giochi ed eguaglia quanto aveva fatto tra la fine degli anni ’60 e Mosca ’80 il padre Giorgio. L’altoatesina, a differenza del padre che di medaglie a cinque cerchi ne ha conquistate quattro (2 argenti e 2 bronzi, ma nessun oro), va a caccia di quella che sarebbe il primo podio olimpico.
Dopo le lacrime di Londra 2012 per i due quarti posti, domenica Tania potrebbe scacciare questo tabù nel sincro del trampolino assieme alla compagna Francesca Dallape’. Altra possibilità di vincere una medaglia la gara individuale sempre dai tre metri (finale 14 agosto).
La Cagnotto, che dovrebbe proseguire ancora una stagione, è campionessa mondiale in carica dal metro che però non è disciplina olimpica. La mamma di Tania, Carmen Casteiner è stata più volte campionessa italiana dalla piattaforma e azzurra ai Montreal ’76, mentre il nonno Otto Casteiner lo si può considerare un pioniere degli anni ’30.   
Restando agli sport acquatici, Andrea Fondelli è uno dei cardini del settebello. Il 22enne difensore genovese della Pro Recco pluricampione d’Italia nella pallanuoto, è figlio di Massimo “Mamo” Fondelli campione iridato nel 1978 e componente del settebello olimpico a Mosca nel 1980. Vera e propria saga quella della famiglia Roman nell’equitazione.
A Rio faranno il loro esordio olimpico Luca (30 anni) e Pietro (26) e prenderanno parte alla gara a squadre del completo, la specialità che unisce dressage, salto ostacoli e lo spettacolare cross country. Papà Federico a Mosca nel 1980 conquistò l’oro nell’individuale e l’argento nella prova a squadre composta anche dallo zio Mauro. 
Ivan Zaytsev ed Oleg Antonov saranno due pilastri della nazionale di volley. In comune hanno le chiare origini russe, il ruolo di schiacciatore ed opposto ed il passato dei due padri che nel 1988 a Seoul vinsero assieme l’argento con l’Unione Sovietica. Ivan, 27 anni, figlio del pallavolista Vjaceslav (fu anche argento a Montreal ’76 e oro a Mosca ’80) e della nuotatrice Irina Pozdnjakova, quattro anni fa contribuì alla conquista del bronzo. Oleg ha 28 anni.
La lista dei figli d’arte sarebbe proseguita con Gianmarco Tamberi, Vincenzo Abbagnale e Federica Del Buono ma per vicende opposte a Rio non ci saranno. Il saltatore in alto marchigiano, figlio di Marco (azzurro dell’alto e olimpionico a Mosca ’80) è stato costretto a dare forfait per l’infortunio al piede di stacco in occasione del meeting di Montercarlo.
Il canottiere salernitano, che a Rio sarebbe stato capovoga dell’otto, è stato squalificato per aver saltato tre controlli antidoping. Suo papà Giuseppe, oggi presidente della federazione italiana, assieme allo zio Vincenzo, sono stati i più grandi nel canottaggio tanto da conquistare due ori olimpici (Los Angeles ’84 e Seoul ’88) e un argento (Barcellona ’92) nel due con assieme al fidato timoniere Giuseppe “Peppiniello” Di Capua. La mezzofondista vicentina, figlia di Gianni che prese parte alle gare di atletica leggera (800 e 1500 metri) ai Giochi di Città del Messico ’68 e Monaco ’72, causa una serie di infortuni non ha conseguito il minimo di partecipazione richiesto.
AGI

1 Agosto 2016
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo