Turchia
9:56 pm, 20 Luglio 16 calendario

Turchia, dopo il golpe epurazioni senza fine

Di: Redazione Metronews
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TURCHIA Migliaia di arresti e provvedimenti che sospendono insegnanti, giudici e dipendenti pubblici. Il numero delle persone rimosse dal loro incarico sfiora quota 50.000. Continuano le epurazioni in Turchia dopo il tentato golpe del 15 luglio. Gli ultimi a finire nel mirino sono accademici e stampa, ma altre novità sono in arrivo. Il consiglio per l’Istruzione ha decretato la chiusura di 626 scuole, il divieto di espatrio per tutti gli accademici turchi, dopo che in precedenza erano state richieste le dimissioni per 1.577 decani di università. Arrestato il rettore dell’Università di Ankara. 6.500 dipendenti del ministero dell’Istruzione della Turchia sono stati sospesi in aggiunta ai precedenti 15.200. L’authority per le comunicazioni ha sospeso le trasmissioni di 24 emittenti Tv e radio e il direttorato per la stampa ha comunicato il ritiro del tesserino per 34 giornalisti. Le autorità giudiziarie hanno disposto la detenzione in carcere di 113 giudici e procuratori, tra i quali due giudici della Corte Costituzionale. Tutte le decisioni sono state motivate dalla necessità di verificare eventuali legami con la confraternita di Fetullah Gulen, il miliardario e ideologo islamico residente negli Usa dal 1999, ex alleato e attualmente acerrimo nemico del presidente Erdogan, che lo ritiene la mente del tentativo di colpo di stato. 
A Istanbul, nella piazza Taksim un tempo cuore delle manifestazioni antigovernative ma ora centro delle manifestazioni di sostegno a Erdogan, un enorme striscione appeso sul centro culturale Ataturk minaccia «Gulen, cane del diavolo, impiccheremo te e i tuoi cani allo stesso guinzaglio». 
Mentre Putin incontrerà Erdogan in Russia ad agosto, restano alte le tensioni della Turchia con gli Stati Uniti e l’Unione europea. Molto dura la presa di posizione di Berlino: «Quasi ogni giorno assistiamo all’adozione di misure che si fanno beffe dello stato di diritto».
“Società sotto controllo per individuare i nemici”
Le epurazioni di massa di questi giorni mostrano la polarizzazione della società turca. Lo spiega Valeria Giannotta, docente universitaria di relazioni internazionali ad Ankara.
Cosa sta succedendo?
Ci sono epurazioni di massa che stanno andando avanti in risposta al tentato golpe. Ai dipendenti pubblici sono state ritirate le ferie. Dopo il golpe è in corso un’operazione di controllo verso i cittadini per capire chi sta con chi. Vige la regola “l’amico del mio nemico è mio nemico”.In particolare chi sta con Fetullah Gulen, che è stato alleato di Erdogan dal 2002 al 2013, e così molti suoi sostenitori sono entrati nelle istituzioni. Dal 2013 c’è uno scontro con loro, che ora è deflagrato. 
L’Università è nel mirino: che clima si vive?
In questi giorni ci sono controlli massicci, sono stati destituiti alcuni rettori e i presidi di facoltà. L’Accademia è nel mirino anche perché il ministero dell’Istruzione era vicino a Gulen. Nella vita quotidiana sono giorni di tensione. C’è più attenzione da parte dello Stato. Devi conoscere il contesto dove operi e rispettarlo. Nelle mie lezioni non ho mai coinvolto argomenti di politica corrente, anche perché gli studenti riflettono una società molto polarizzata. Se richiesta, tendo a non esprimere giudizi personali ma a dar conto del quadro globale in termini scientifici. 
Dove va la Turchia?
È possibile un rafforzamento di un sistema di democrazia dove la maggioranza vince senza contrappesi. Il presidenzialismo oggi ha più possibilità di essere approvato. Al contempo il golpe è fallito perché è cresciuta la consapevolezza che vivere sotto un governo eletto è comunque meglio che vivere sotto una giunta militare. La laicità non si impone con colpi di Stato. E comunque in Turchia non c’è la legge islamica né c’è intenzione di introdurla.
OSVALDO BALDACCI

20 Luglio 2016
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