Gomorra: il cast spiega il nostro Paese ai bambini
GIFFONI «Gomorra esiste perché c’è la camorra, non il contrario». Così ha esordito Cristina Donadio, la spietata Scianèl della serie nel “Gomorra Day” al Festival di Giffoni. Un incontro dove si è parlato di tutto, dal rischio di restare inchiodati ai ruoli di successo: «La paura non viene dei ruoli, ma dalle logiche dell’industria cinematografica», ha detto Marco D’Amore-Ciro «È il pubblico che ha il potere commerciale di scegliere, che deve seguire chi si impegna davvero, mentre nel nostro Paese c’è chi fa del nostro mestiere solo una mostra di vanità, alimentata da anni di prodotti medio-bassi».
Alla polemica verso un Paese nel quale «nessuno dice che “Gomorra” è un indotto importante: giriamo per 9 mesi con investimenti di 16/18 milioni di euro che portano lavoro. Ma fa notizia il vibratore di Scianel», attacca Salvatore Esposito-Genny «D’altra parte siamo nel Paese nel quale due treni possono scontrarsi e in cui un ragazzo come Saviano – che scrive un libro che ha conquistato il mondo – finisce per avere molti detrattori».
E l’invito dell’intero cast ai ragazzi di Giffoni è stato forte e chiaro: «Bisogna imparare ad andare dentro le cose. Quelli che si indignano per “Gomorra” magari sono gli stessi che non raccontano quello che hanno visto al parco Verde di Caivano dove è morta la piccola Fortuna, o sono i politicanti che preferiscono indignarsi per una serie e far finta che il resto non esista». SILVIA DI PAOLA
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