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9:33 am, 14 Luglio 16 calendario

Bergamo: “I romani tornino a credere nel proprio futuro”

Di: Redazione Metronews
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Luca Bergamo, perché avete intitolato questo assessorato alla crescita culturale? Non bastava dire Cultura? Siamo a Roma.
La cultura, intesa come partecipazione alla bellezza e alla creazione umana, è uno strumento di emancipazione sociale. Ne devono godere tutti, come scritto sull’articolo 27 della Dichiarazione dei diritti del dell’uomo. I cittadini romani, prima che i turisti stranieri, devono utilizzare  questo patrimonio, viverlo, farsene partecipi.
Cosa significa per lei crescere culturalmente?
Gli indicatori di Eurobarometro sulla fiducia dei romani verso i propri concittadini e verso le istituzioni locali sono tra i più bassi in assoluto. Io credo che rilanciare una politica culturale in questa città debba mirare innanzitutto a cambiare questo mood. I romani devono tornare ad amare la propria città per quello che è e per quello che offre a loro. La città serve alle persone per vivere meglio. Lo si può dire di Roma? Ci sentiamo aiutati dalle istituzioni locali a vivere meglio? Direi di no. Questa azione deve riguardare tutta la strategia di un governo locale e su con la sindaca Raggi e gli altri assessori siamo uniti e determinati. La prima missione di un dipartimento come il mio è quella di attivare e risvegliare tutte le connessioni di partecipazione, di creatività, innovazione, bellezza che possono servire a ricucire e riparare un tessuto strappato.
Roma città museo?
No, Roma non è e non deve diventare Venezia. Le belle arti e le bellezze storiche sono arrivate a noi perché millenni fa qualcuno le ha prodotte pensando al proprio tempo ma anche al futuro, al mondo che sarebbe seguito. Dobbiamo riacquistare quella grandezza filosofica. Vivendo quella antica e godendone tutti insieme, ma creando nuovi valori. Esempi di vitalità contemporanea? L’orchestra di piazza Vittorio, oppure i luoghi dei makers, dei costruttori di innovazione e tecnologia. Siete mai stati al Maam, il Museo dell’Altrove sulla Prenestina?  Un posto magnifico dove la street art viene creata in luoghi abitati attualmente. Al Maam c’è il più bell’asilo nido d’Italia. Penso che il Palazzo delle Esposizioni dovrebbe diventare il polo della tecnologia applicata alla creatività. Ecco, io dico che i romani devono vivere il Colosseo e i nuovi tempi della contemporaneità per recuperare forza e fiducia nel proprio futuro.
A parole è facile.
Punto sulla rete di biblioteche di quartiere, sui teatri di cintura e sugli spazi dell’extra scuola. Questi saranno mini hub di attività culturale, di produzione di fiducia.
L’Estate Romana esiste ancora?
Renato Nicolini la inventò per riportare i romani a vivere la città dopo e durante gli Anni di piombo. Oggi questa istituzione deve ritrovare una mission culturale. Il cartellone di eventi è il risultato di questa visione, non la premessa.
Parco della musica, tempio delle sonorità  o centro congressi polivalente?
Ecco, l’auditorium di Renzo Piano è un nuovo, piccolo foro romano della contemporaneità. Dobbiamo valorizzarlo e preservarne la vocazione originaria, quella di un luogo delle musiche e delle arti. Ma certo stando attenti ai conti economici.
GIAMPAOLO ROIDI
 

14 Luglio 2016
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