INCIDENTE FERROVIARIO
8:06 pm, 13 Luglio 16 calendario

La sicurezza ferroviaria è a corto di soldi

Di: Redazione Metronews
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ROMA «È un sistema di sicurezza che poteva essere decisamente migliorato. Se fosse stato automatizzato, come avviene nel 100% dei casi delle ferrovie sotto la responsabilità e la gestione del governo, probabilmente questo dramma non ci sarebbe stato». Sono pesanti le parole del viceministro dei Trasporti Riccardo Nencini, ma raccontano il fulcro del problema. Il tema centrale, infatti, è l’omologazione degli standard di sicurezza. Come Metro ha potuto ricostruire incrociando varie fonti, già nell’ultimo rapporto l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria (Ansf) aveva lanciato l’allarme.
Una trentina di linee private
Quelle che vengono definite “ferrovie private”, di cui fa parte quella dell’incidente, sono le ex concesse di derivazione locale. Quelle regionali, insomma, nate per servire il trasporto locale. Sono circa 30 in Italia. Ebbene: non sono assoggettate tutte agli stessi standard di sicurezza. L’Ansf scriveva nel rapporto ad aprile: è necessario «estendere l’ambito di competenza dell’Agenzia alle reti regionali interconnesse con l’infrastruttura nazionale». In sostanza, queste ferrovie locali sono soggette a controlli e standard definiti da uffici locali (Ustif) che dipendono sempre dal ministero dei Trasporti. Ma non omologate tra di loro e con Rfi. Però il ministro Delrio ha emanato un decreto (il 112) che affida all’Agenzia nazionale anche le competenze locali. Tutto bene, quindi? No. Il decreto manca dell’attuazione perché l’iter è fermo in Conferenza Stato-Regioni.
Uno stop burocratico
Se fosse stato già approvato, insomma, sarebbe stato richiesto anche alle linee regionali di adattarsi alle migliori tecnologie implementate sulla rete Rfi e automatizzare controlli e comunicazioni. Insomma, ad esempio, eliminare il sistema della telefonata. Perché il provvedimento è fermo? Dalla Conferenza Stato-Regioni qualcosa trapela: c’è un problema economico. Se la competenza passasse all’Ansf, infatti, verrebbero richiesti interventi di ammodernamento e di omologazione che attualmente le Regioni non possono permettersi, anche perché i fondi per il trasporto pubblico locale sono sempre più esigui.
Soldi finalmente in arrivo
«Il nostro impegno – fanno sapere dal ministero – è rendere costante e stabile il fondo per il Tpl». Il ministro Delrio ha promesso lo stanziamento di 1,8 miliardi per le reti regionali. Nel frattempo, nel decreto Enti locali, in discussione in Commissione trasporti e bilancio, sono stati svincolati 75 milioni che dovevano essere spesi per la sicurezza ferroviaria. Ieri, durante la discussione del dl, la Commissione Trasporti ha votato all’unanimità (un solo astenuto) un impegno proposto dal M5S per tenere quei 75 milioni vincolati all’ammodernamento delle infrastrutture ferroviarie delle Regioni. Adesso l’ultima parola spetta alla Commissione bilancio.
STEFANIA DIVERTITO

13 Luglio 2016
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