Gianni Nocenzi/Banco Mutuo Soccorso
5:01 pm, 7 Luglio 16 calendario

Nocenzi: Miniature un album catartito necessario

Di: Redazione Metronews
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ROMA «Questo album è stato composto da un’esigenza emotiva dettata da alcuni eventi che mi hanno messo a dura prova nel corso degli ultimi anni. Come la morte di Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese, o il grave problema di salute di mio fratello Vittorio. Tre compagni di viaggio speciali ai tempi del Banco del Mutuo Soccorso e anche oltre». Parole, queste, di Gianni Nocenzi, fondatore nel 1969, insieme al fratello Vittorio, della mitica band di progressive rock e che è tornato sul mercato discografico, dopo un’assenza di un paio di decenni, con il disco “Miniature”: 6 nuovi temi per pianoforte, intensi e coinvolgenti, incisi in presa diretta con uno Steinway Grand Piano.
Un ritorno atteso e di certo insperato dopo tanti di assenza…
Non avevo nessuna intenzione di pubblicare un nuovo album. Non avrebbe avuto molto senso a 23 anni dall’ultima esperienza in studio, da solista, con “Soft Songs” (album in cui ha collaborato anche Ryuichi Sakamoto, ndr).  Poi però ho sentito l’esigenza di suonare non solo per Vittorio, ma anche per Francesco e Rodolfo che considero anch’essi fratelli. Mi ha spronato anche Luigi Mantovani, un amico di lunga data, produttore di vari dischi del Banco e direttore di Virgin Italy negli anni ’80 e ’90. Anche grazie a lui ecco questo disco antico moderno.
Come mai questa assenza così lunga?
Avevo deciso di smettere con la discografia che già allora, secondo me, stava prendendo una brutta piega almeno in Italia. Mi piace sempre ricordare che siamo la patria di un certo Puccini e mi fermo a lui. Oggi la musica è puro intrattenimento e quasi non viene considerata come arte pura, come qualcosa che può e deve tenere unità la comunità perché ha una funzione sociale. E quando questo viene meno, mi sento a disagio. Personalmente ho avuto la fortuna di iniziare giovanissimo a suonare, pubblicando tanti album di notevole successo. Ma soffrivo perché quella vita mi privava del tempo per studiare, di imparare nuove tecnologie. Per andare avanti devi avere motivazioni diverse dal puro mestiere”.
Il disco contiene 6 brani (“Cammino di pietra”, “Terra Nova”, “Ritorni”, “Farfalle”, “Engelhart”, “Ninnananna di Cosmo”) registrati in presa diretta…
Mi sono circondato di amici e collaboratori per esorcizzare e superare il dolore di cui le dicevo prima per creare un’atmosfera di happening affettuoso, solidale, per me di grande conforto. Allora ho pensato di restituire a livello audio la situazione registrando ad alta risoluzione e disponendo l’array microfonico proprio sopra la mia testa in modo che l’ascoltatore potesse condividere in seguito la mia stessa prospettiva audio mentre stavo suonando. In pratica chi ascolterà il disco è come se fosse seduto con me sulla panca del pianoforte percependo nei dettagli le risonanze, i piccoli rumori della meccanica, dei pedali, degli smorzi, tutto quanto di miracoloso dal punto di vista di ingegneria meccanica crea il magnifico suono di un Gran Coda…. inclusi i miei errori di esecuzione che ho volutamente lasciato”.
La genesi di questi 6 brani?
Sono nati non per essere pubblicati perché l’idea iniziale era quella appunto di non registrarli su un supporto. Erano come dei piccoli sketch che hanno preso una vera forma, più codificata, una settimana prima di entrare in studio. Ho voluto vivere il piano acustico in modo intimo,  come intime sono le riflessioni compositive che formano il disco.
A chi è diretto questo album?
Potrei dire al pubblico che continua a volermi bene nonostante questa mia lunga assenza. Ma in realtà devo dire che per la prima volta è diretto a me. È una riflessione intima per cercare di superare un duro periodo. È una sorta di musica-terapia rivolta a me stesso. Poi spero che possa toccare la sensibilità di quante più persone possibili.
Qual è il brano che la emoziona di più?
Premetto che non è un concept album, ma a livello emozionale può dar l’idea di ascoltare una narrazione. Se devo citare qualche titolo dico “Ritorni” e “Engelhart” che musicalmente è il più folle.
In questi anni di assenza che musica ha ascoltato?
Ho un grosso problema: non ascolto musica se sono impegnato in altre cose, come studiare per esempio. La sento in auto o in aereo, ma parliamo di musica classica di un certo periodo o di Keith Jarrett per esempio. Per quella contemporanea purtroppo ho saltato troppe puntate”
Presenterà l’album in tour?
Escluderei il classico tour teatrale, selezionerò eventi che reputo ad hoc per un progetto del genere.
 
METRO
 

7 Luglio 2016
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