Ramadan, in ventimila applaudono Appendino
TORINO. Quasi ventimila i fedeli che ieri, al Parco Dora, si sono riuniti a celebrare, guidati dall’Imam Said Ait El Jide, la fine del Ramadan. Sul palco a portare un saluto anche la neo sindaca Chiara Appendino. Tra scrosci di applausi la sindaca ha fatto un lungo discorso, incentrato su libertà e dialogo : «Credo fermamente che non sia il compito di una istituzione laica, come la Città, entrare nell’anima delle donne e degli uomini – ha detto – ma sia nostro dovere preparare tutti quei fattori che garantiscano a ciascuno la massima libertà possibile e, nel contempo, l’adesione al patto sociale». La sindaca è tornata a parlare del Bangladesh: «Tutti noi siamo rimasti profondamente toccati dagli eventi di Dacca, in particolare, da torinesi, siamo vicini alla famiglia di Claudia D’Antona. A noi istituzioni pubbliche è dato un importante compito: quello di affermare chiaramente che i violenti e gli assassini non hanno etichette religiose». Sull’importanza del dialogo è intervenute anche l’Imam, nel suo sermone: «Torino è oggi un modello di convivenza, di dialogo e di reciproco riconoscimento, i musulmani oggi sono parte integrante di questa città, il mese di Ramadan, è diventato un mese particolare per tutta la città».
METRO
© RIPRODUZIONE RISERVATA