Ecomafia
1:48 am, 6 Luglio 16 calendario

Ecoreati, prima volta inversione di tendenza

Di: Redazione Metronews
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Roma. È la prima volta che i reati per ecomafia hanno il segno meno. Arrivano infatti i primi segnali di un’inversione di tendenza dopo l’introduzione della legge sui delitti ambientali nel Codice penale e un’azione più repressiva ed efficace. Parola di Legambiente che ieri ha presentato l’annuale rapporto sull’ecomafia in Italia in un convegno al Senato.
Plausi per la legge sugli ecoreati che però non ha un’interpretazione univoca. «A fronte dei dati che ci offre Legambiente, mancano i dati giudiziari, non ci sono le sentenze, non ci sono le confische, non sappiamo come misurare la giustizia e questa è una dura realtà che non ci permette di misurare gli effetti della legge. Credo non siano sufficienti i dati investigativi, serve la definitività», ha sottolineato nel suo intervento il procuratore nazionale Antimafia ed Antiterrorismo, Franco Roberti. «Sarebbe necessaria una maggiore specializzazione da parte dei magistrati – spiega Roberti – non dico degli inquirenti». 
Secondo i dati raccolti da Legambiente nel 2015 sono diminuiti gli illeciti ambientali accertati, sono 27.745, il che fa sempre più di 76 reati al giorno, oltre 3 ogni ora. Salgono a 188 gli arresti, 18mila gli immobili costruiti illegalmente. In calo le infrazioni nel ciclo del cemento e dei rifiuti. Crescono, invece, gli illeciti nella filiera agro-alimentare, i reati contro gli animali e gli incendi. 
In calo anche il business delle ecomafie, che nel 2015 è stato di 19,1 miliardi, quasi tre miliardi in meno rispetto all’anno precedente (22 miliardi). Un calo – si legge nel rapporto – dovuto principalmente alla netta contrazione degli investimenti a rischio nelle 4 regioni a tradizionale presenza mafiosa (Calabria, Puglia, Campania, Sicilia), che hanno visto prosciugare la spesa per opere pubbliche e per la gestione dei rifiuti urbani sotto la soglia dei 7 miliardi (a fronte dei 13 dell’anno precedente). In queste regioni però cresce  l’incidenza degli illeciti, dove se ne sono contati ben 13.388, il 48,3% sul totale nazionale. 
L’allarme incendi non è mai stato così alto in Italia. E la causa è anche il degrado e l’abbandono. Lo sostiene la Coldiretti commentando i dati del rapporto di Legambiente sulle ecomafie che quest’anno vedono un incremento dei roghi un po’ su tutto il terirtorio nazionale. L’impennata, rispetto all’anno precedente, sfiora il 49%. Sono andati in fumo in un anno più di 37 mila ettari. E quest’anno, dicono gli agricoltori, si prevede il bis se non il superamento di questo triste record: «C’è un mix esplosivo dell’estate torrida più l’avanzata della foresta che senza controllo si è impossessata dei terreni incolti e domina più di un terzo della superficie nazionale con una densità che la rende impenetrabile alla manutenzione e alle azioni di  sorveglianza». 
STEFANIA DIVERTITO

6 Luglio 2016
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