terrorismo
9:24 pm, 3 Luglio 16 calendario

Colpito il Bangladesh per fermare lo sviluppo

Di: Redazione Metronews
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ROMA Non è un caso se il terrorismo ha colpito il Bangladesh: ha voluto ferire quel mondo islamico che si è inserito nella globalizzazione. Lo sostiene Alberto Negri, giornalista del Sole24Ore fra i massimi esperti di Medio Oriente e terrorismo islamico.
Perché in Bangladesh? 
Si tratta di un Paese che sta vivendo una transizione tumultuosa. 160 milioni di abitanti, si è separato dal Pakistan nel 1971 e l’Islam è religione di Stato. Però ha imboccato una via dello sviluppo diversa da quella di altri Paesi musulmani. Nell’industria del tessile lavorano milioni di persone e nella moda pronta il Bangladesh è il secondo produttore al mondo dopo la Cina. Ci dà un’idea di quale fabbrica globale sia il Bangladesh. Un decimo dei parlamentari bengalesi sono imprenditori tessili, e ad essi è legata anche la primo ministro e il suo partito. Un simbolo di questa crescita tumultuosa e dei suoi problemi è il crollo del Rana Plaza nel 2013, un palazzo tutto dedito all’industria tessile, che ospitava marchi di livello mondiale: vi furono 1.200 morti e 2.500 feriti, nonostante da tempo fossero segnalate crepe. La crescita impetuosa ha scardinato la società bengalese, creato arricchimenti rapidi, provocato un cambiamento di valori.
E l’Isis cosa c’entra?
Non è escluso che il messaggio jihadista abbia fatto leva proprio su queste problematiche. Il Bangladesh si è globalizzato, ha intessuto relazioni con l’occidente, quindi si è “contaminato”. Si vuole colpire proprio quei Paesi che in qualche modo stanno cercando dimettere insieme l’islam con la modernità, lo sviluppo economico, la partecipazione all’economa globale, i rapporti con l’occidente. 
Terrorismo locale o globale?
Questi attacchi hanno sempre delle connotazioni locali molto forti ma anche un inserimento in un messaggio globale jihadista. Il jihadismo cerca di allargare le sue frontiere proprio in Paesi che hanno queste caratteristiche di trasformazione e contaminazione. 
I terroristi erano giovani benestanti e istruiti…
Il profilo è da verificare, ma non può stupire. Che questo messaggio jihadista di purezza e conservazione abbia catturato i giovani bene non ci meraviglia. Sono quelli che vedono da vicino il cambiamento, e ne colgono anche gli aspetti deteriori, la corruzione, l’avidità, il cambio di gerarchie. C’è una classe privilegiata, ma non bisogna dimenticare che c’è ancora una povertà spaventosa, che il reddito medio procapite è inferiore ai duemila dollari all’anno. C’è sbandamento: è difficile capire che direzione possa prendere questo Paese.
OSVALDO BALDACCI

3 Luglio 2016
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