Brexit
8:54 pm, 30 Giugno 16 calendario

Brexit, Boris Johnson rinuncia a guidare i conservatori

Di: Redazione Metronews
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GRAN BRETAGNA Ha preso una piega inaspettata la corsa per la successione a David Cameron alla leadership del partito conservatore e quindi al posto di primo ministro del Regno Unito. L’ex sindaco di Londra Boris Johnson, di cui era attesa la candidatura, ha annunciato a sorpresa che non correrà, lasciando dunque come favorita Theresa May. La presentazione delle candidature è chiusa. I candidati sono cinque: la ministra dell’Interno Theresa May; il ministro della Giustizia Michael Gove; il ministro al Lavoro e alle pensioni Stephen Crabb, sostenitore della permanenza del Regno Unito nell’Unione europea; l’ex segretario alla Difesa Liam Fox, convinto euroscettico; e il ministro dell’Energia Andrea Leadsom, sostenitore della Brexit.
La rinuncia di Boris Johnson giunge dopo che, a sorpresa, ha lanciato la sua candidatura Gove, anche lui pro Brexit e considerato fino a questo momento uno dei sostenitori di Johnson. Johnson ha detto che, dopo consultazioni con i colleghi in Parlamento, è giunto “alla conclusione” che non è la persona adatta ad assumere le redini del potere. La sorpresa è tanta dal momento che la vittoria della Brexit e l’annuncio venerdì delle dimissioni del premier britannico David Cameron (che dovrebbero diventare effettive a ottobre, dopo la scelta del nuovo leader dei Tories attesa per il 9 settembre) avevano messo Johnson in testa alla lotta per la leadership conservatrice.
L’uscita dalla corsa del carismatico Boris Johnson, 52 anni, ha messo in evidenza le spaccature interne all’ala più euroscettica dei Tories, che da decenni ambiscono a tagliare i legami con Bruxelles. Quanto a Gove, nel difendere la sua discesa in campo ha comunicato che non sostiene Johnson perché ritiene che non sia il politico ideale per risiedere al numero 10 di Downing Street. “Rispetto e ammiro tutti i candidati che aspirano alla leadership. In particolare vorrei contribuire a costruire una squadra intorno a Boris Johnson perché un politico che si è espresso a favore dell’uscita dall’Unione europea ci potrebbe guidare verso un futuro migliore”, ha detto Gove, aggiungendo tuttavia che “a malincuore” è “arrivato alla conclusione che Boris non fornisce leadership né formerà una squadra adatta al lavoro che si prospetta”.
Nonostante abbia vinto due elezioni a sindaco di Londra (nel 2008 e nel 2012), Johnson non ha mai occupato alcun incarico chiave nel governo, ragion per cui molti deputati hanno sollevato dubbi sul fatto che potesse veramente assumere un ruolo in questo momento decisivo per il Regno Unito, dal momento che il prossimo premier dovrà negoziare con i 27 partner Ue l’uscita del Paese dal blocco comunitario.
La favorita in corsa resta dunque Theresa May. Sebbene abbia appoggiato la permanenza del Regno Unito in Ue, opponendosi alla Brexit, ha partecipato poco alla campagna referendaria, senza quasi prendere parte ai dibattiti, il che la rende una figura più unificatrice per una formazione politica come i Tories, per metà euroscettica e per l’altra metà pro Ue. Con una lunga esperienza alle spalle e dai discorsi un pò duri, che ricordano il carattere di Margaret Thatcher, May ha lanciato la sua candidatura presentandosi come la politica migliore per unificare il partito e il Paese. “Dopo il referendum della scorsa settimana, il nostro Paese ha bisogno di una leadership forte che ci guidi in questo periodo di incertezza economica e politica e che negozi le migliori condizioni possibili quando usciremo dall’Ue”, ha detto la ministra. “Abbiamo bisogno di una leadership che unisca il nostro partito e il nostro Paese”, ha aggiunto. Poi, in un chiaro messaggio lanciato agli altri candidati, ha detto che il posto di premier è un “lavoro serio” che ha “implicazioni sulla vita della gente”.
L’avversario principale di May sarà Gove, dal momento che gli altri aspiranti leader dei Tories non sono figure guida e sembrano avere meno sostegno da parte del gruppo parlamentare. Alla scelta del nuovo leader dei Tories e premier si arriverà con la seguente procedura: il cosiddetto Comitato 1922, che riunisce il gruppo parlamentare conservatore, si occuperà di supervisionare l’iter e ci sarà una serie di votazioni tra i 331 deputati conservatori per iniziare a sfoltire i nomi, fino a quando ne rimarranno solo due; a quel punto ci sarà la votazione decisiva, di tutti i membri del partito, in programma appunto per il 9 settembre.
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30 Giugno 2016
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