Lavoro
7:32 pm, 21 Giugno 16 calendario

Per Garanzia Giovani arrivano i primi frutti

Di: Redazione Metronews
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ROMA Tra i giovani che hanno usufruito di Garanzia Giovani, il 34,5% ha trovato lavoro a un mese della conclusione del percorso, il 39,7% a tre mesi e il 43,8% a sei mesi. Su 194.118 giovani che a fine marzo hanno concluso il percorso proposto all’interno del programma, 73.289 risultano occupati (37,8%); su 545.271 che non hanno concluso un intervento, gli occupati sono 115.559 (21,2%). È quanto emerge dal Rapporto Isfol sui primi due anni di applicazione in Italia della controversa Garanzia Giovani. Secondo il Rapporto i partecipanti al programma di inserimento mostrano maggiori chance di lavoro rispetto ai “Neet” (15-29enni che non studiano nè lavorano).
Prevale il tirocinio
«Le performance in termini occupazionali sono aumentate nel corso del tempo – ha spiegato Stefano Sacchi, commissario straordinario Isfol – il numero di occupati sul totale degli iscritti a Garanzia Giovani è quasi raddoppiato dal 30 settembre 2015 al 31 marzo 2016». Il Rapporto evidenzia però che la misura più utilizzata è il tirocinio (64,4%); circa il 36,6% di coloro che lo hanno completato entro il 31 marzo 2016, risulta avere al 30 aprile 2016 un rapporto di lavoro alle dipendenze. In un caso su cinque il datore di lavoro ha usufruito del bonus occupazionale previsto dal programma.
Strumento di mobilitazione
Su un bacino potenziale di 1,723 milioni di 15-29enni “Neet”, il numero dei giovani registrati al 31 marzo 2016 ha superato quota 982 mila (copertura del 57%). I giovani presi in carico al 31 marzo 2016 sono oltre 630 mila e 265.444 sono stati quelli avviati a un intervento di politica attiva (di cui oltre 194 mila hanno concluso il percorso). Secondo Isfol il programma si sta dimostrando quindi «un buono strumento di mobilitazione»: su 10 giovani registrati circa la metà non aveva avuto contatti con i servizi per il lavoro. «I risultati sono tra i migliori d’Europa – ha affermato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti – e il governo insisterà per il rifinanziamento europeo del programma, pronto anche a mettere un po’ di benzina nella macchina in attesa di Bruxelles. Alla rendicontazione l’Italia arriva con un impegno del 150% delle risorse, mentre ci sono Paesi che non sono arrivati al 100%». Poletti ha rintuzzato le critiche di chi considera Garanzia Giovani un fallimento: «Avere un milione di registrati è un successo, così come i tassi di occupabilità dei giovani che sono stati presi in carico dal sistema, quasi doppia rispetto agli altri». Ma ora le risorse «sono vicine all’esaurimento» e per questo il ministero dialogherà con le Regioni per gestire la fase attuale in attesa di nuovi soldi Ue.
Usb: spreco di soldi e fallimento
Il sindacato Usb è fortemente critico sui risultati dei primi due anni di Garanzia Giovani: «Soldi buttati». «Del milione di giovani che si sono rivolti al progetto, solo 31 mila sono stati raggiunti da una proposta di lavoro – sottolinea l’Usb – e i contratti sono stati stipulati a dicembre 2015 per gli sgravi contributivi».
 
INTERVISTA
Seghezzi: c’è poco da festeggiare
«È eccessivo dire che Garanzia Giovani sia uno spreco totale, ma guardando i numeri non c’è da essere soddisfatti». Così Francesco Seghezzi, direttore di Adapt.
Quali sono i dubbi?
Il 70% dei giovani contattati è rimasto senza proposta, piccole percentuali hanno trovato occupazione e nel 65% dei casi con tirocini. Si fa fatica a festeggiare risultati così, anche se altri Paesi sono riusciti a fare peggio.
Un piano evanescente?
Sì, la gran parte dei giovani finiscono le azioni di sostegno un mese dopo che si sono iscritti, ricevendo solo qualche consiglio. Il fine era invece aumentare l’occupabilità e dare loro indipendenza.
C’è stato un effetto legato agli incentivi?
Tra novembre e dicembre 2015 c’è stata una botta di contratti a tempo indeterminato. Era folle non approfittare del mix tra decontribuzione e bonus di Garanzia Giovani.
Il ministro Poletti è pronto ad anticipare altri soldi.
Non è saggio. L’Europa sta riflettendo sugli esiti di questo progetto e sta tergiversando sul rifinanziamento. Aspetterei e cercherei di mettere a regime i magri risultati.
METRO

21 Giugno 2016
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