MAFIA CAPITALE
11:40 pm, 21 Giugno 16 calendario

Fortini: Buzzi è costato ad Ama sei milioni in pù

Di: Redazione Metronews
condividi

ROMA «Mafia Capitale? All’Ama è costata oltre sei milioni di euro all’anno». Gli appalti delle coop di Salvatore Buzzi per la raccolta dei rifiuti organici e del multimateriale sono stati i protagonisti dell’udienza di lunedì 20 giugno nell’aula bunker di Rebibbia, dove in veste di testimone, Daniele Fortini, ad di Ama, di fronte ai giudici della X sezione penale, ha quantificato il risparmio per la municipalizzata all’ambiente in seguito all’annullamento delle gare al centro dell’inchiesta giudiziaria, la 18/2011 e la 30/2013. «Abbiamo verificato che i prezzi per queste due gare risultavano abnormi rispetto al mercato e per questo abbiamo riaffidato i servizi, ottenendo un ribasso fra il 30 e il 40% rispetto al passato, con un risparmio di circa 6 milioni di euro all’anno per l’azienda. Solo per il multimateriale leggero (plastica e lattine) siamo passati da 390 euro a tonnellata a 274 euro».
Il danno originato dall’inchiesta, secondo Fortini, avrebbe inciso anche sulla reputazione dell’azienda. «Mafia Capitale ha determinato un pregiudizio nei confronti della nostra società. Penso ai netturbini maltrattati in strada o alle banche con cui abbiamo perso credibilità». Anche se i problemi della raccolta, ha ammesso Fortini, sono dipesi da altri fattori. «In un sistema fragile e precario come quello di Roma, quando si dismette una discarica come Malagrotta e si deve riorganizzare il ciclo dei rifiuti senza nuove discariche e nuovi inceneritori, ci si ritrova in un percorso ad ostacoli. Noi ci serviamo di 55 impianti diversi in 8 regioni – la spiegazione di Fortini – Ogni giorno 163 camion trasportano i nostri rifiuti al nord e basta un incidente sull’autostrada per arrivare al collasso. È anche per questo che ho chiesto ai sindacati di aumentare le ore settimanali di lavoro, da 36 a 38, considerando la domenica come un giorno ordinario, dato che la mole di rifiuti in quel giorno è pari a quella del resto della settimana».
Fortini, rispondendo ai legali degli imputati che gli chiedevano perchè non avesse notato le anomalie nei due appalti al suo arrivo in Ama, nel gennaio del 2014, ha ricordato le priorità dell’azienda, «che in quel momento rischiava il collasso finanziario sia per l’arbitrato da 900 milioni di euro con la Colari di Manlio Cerroni e sia per l’esposizione da 650 milioni di euro con le banche». Una vicenda, quest’ultima, che continua a pesare sul futuro della società.
«Secondo il contratto di servizio – ha aggiunto Fortini – Ama ottiene da Roma Capitale circa 700 milioni di euro all’anno, di cui il 50% va speso per i costi del personale, circa 250 milioni per le forniture e i servizi, e la restante parte serve per gli oneri che dobbiamo restituire alle banche e altre spese. Ma, dopo Mafia Capitale, siamo riusciti almeno a ridurre gli affidamenti diretti, che ora, a differenza del passato, rappresentano solo il 20% dei 250 milioni di euro che ogni anno spendiamo per le forniture dei servizi».
In un altro filone del processo, sempre ieri, è stato invece ascoltato Maurizio Venafro, ex capo di gabinetto del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, accusato di tentata turbativa d’asta per l’appalto sul Cup, il centro unico di prenotazione sanitario.  Venafro nel corso della sua deposizione ha respinto al mittente ogni accusa: «Non ho mai fatto favori a nessuno. Se Luca Gramazio mi avesse chiesto qualcosa sull’aggiudicazione lo avrei scaraventato fuori dalla finestra». Mentre Nicola Zingaretti, citato come testimone dai legali dello stesso Venafro, non si è potuto presentare a piazzale Clodio a causa di alcuni impegni istituzionali.
MARCO CARTA

21 Giugno 2016
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo