Amministrative 2016
1:35 am, 20 Giugno 16 calendario

Raggi e Appendino sindache A Milano vince Sala di misura

Di: Redazione Metronews
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ROMA Le candidate del M5S Virginia Raggi (67,2%) e Chiara Appendino (54,6%) espugnano Roma e Torino, il centrosinistra regge a Milano con Beppe Sala (51,7%), mentre a Napoli e Bologna si confermano De Magistris e Merola. Il Pd parla di «sconfitta netta a Torino e Roma contro le candidate del M5S e una vittoria chiara a Milano e Bologna contro i candidati delle destre». Un «quadro frastagliato nel voto territoriale» e «alcune indicazioni nazionali su cui la direzione del Pd rifletterà venerdì». «Le stelle brillano oggi, il sogno si è avverato», scrivono invece i sostenitori del M5S nei post sul blog di Beppe Grillo.
A Roma stravince la Raggi
Al primo turno Virginia Raggi, candidata a sindaco di Roma per i 5 Stelle, aveva un vantaggio di circa 10 punti percentuali sullo sfidante di centro sinistra. E nelle ultime due settimane il confronto tra lei e Roberto Giachetti si era fatto sempre più aspro. Ma la rincorsa del candidato Dem, che  ha attribuito su di sè tutto il peso di una sconfitta pesante e ha subito fatto gli in bocca al lupo alla vincitrice, non ha scalfito il risultato finale.  La corruzione e Mafia Capitale avevano demolito il cosiddetto “modello Roma”, l’equilibrio di interessi tra grandi gruppi privati e la politica non ha retto oltre. «Sono pronta a governare. Voglio mettere un punto sui vili attacchi nei miei confronti ricevuti da altre forze politiche. Ora si riparte». Queste le prime parole della sindaca della Capitale Virginia Raggi. Prima di presentarsi in conferenza stampa, e quando la vittoria ha superato la soglia del 67% Virginia Raggi era scoppiata in lacrime. «Ringrazio i romani, i sostenitori, gli eltti del Movimento, e soprattutto Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Senza di loro questa svolta epocale non sarebbe stata possibile. Sarò il sindaco di tutti», ha dichiarato. E al secondo turno la vincitrice si è presa anche la soddisfazione di aver espugnato il I e il II Municipio, gli unici che nella capitale erano stati conquistati due settimane fa dal candidato Dem Roberto Giachetti. Entrata in Consiglio comunale nella primavera del 2013 con 1.525 preferenze, dopo appena tre anni Virginia Raggi è da  la prima cittadina della Capitale d’Italia, la prima donna a ricoprire questo ruolo, e anche la più giovane nella storia della città dal dopoguerra ad oggi. L’avvocato Virginia Raggi e nata e cresciuta 37 anni fa a Roma, nel quartiere San Giovanni. In questi anni in Campidoglio si è occupata soprattutto di scuola e ambiente, dai banchi dell’opposizione.
A Milano la spunta Sala
«Sto pensando allo sforzo che dovremo fare per trasformare ogni singola promessa fatta in campagna, in realtà». È stato un Beppe Sala molto emozionato quello che, dal quartier generale di via Pecchio, ha raccolto l’ovazione dei suoi sostenitori a risultato acquisito. A Stefano Parisi, sconfitto di misura, sono andati i complimenti del neo sindaco. Dal canto suo, Parisi ha promesso una seria opposizione a Palazzo Marino, ma, intanto, il centrodestra si spacca sul futuro della coalizione. «Mi sento un portatore di speranza». Così  Giuseppe Sala ha commentato la sua vittoria. L’esperienza Pisapia, riveduta e corretta, continuerà per altri 5 anni. Ieri, Mr  Expo ha raccolto il 51,7%, una vittoria di misura – ma si sapeva – su Stefano Parisi, fermo al 48,3. Sala è riuscito a vincere le sue due grandi scommesse: affluenza e voti grillini. Si ripartiva infatti dal 41,7 a 40,8 per lui di due settimane fa. Ma il ballottaggio è stata tutta un’altra partita. Per Sala la sfida era ricompattare quel fronte arancione che al primo turno gli aveva voltato le spalle. Un pesante 10% di pisapiani che aveva disertato le urne. L’astensionismo – limitato a Milano, se paragonato alle altre città – alla fine lo ha favorito. Fondamentale per Sala la mobilitazione degli ultimi 15 giorni che ha riacceso l’entusiasmo del popolo arancione. Importanti poi l’appoggio ricevuto dalla sinistra di Rizzo e l’apparentamento con i radicali di Cappato. I grillini, invece, non hanno votato Parisi come avevano minacciato. Non trascurabile poi, la decisione di Sala di puntare tutta la comunicazione sul fatto che si dovesse scegliere il sindaco di Milano e che non si trattasse di un voto pro Renzi. Non a caso i big del Pd all’ombra del Duomo non si sono visti. A risultato acquisito, Sala si è recato a palazzo Marino per festeggiare.
A Torino la sorpresa Appendino
Ad un sostenitore che su Facebook le ha scritto: “È il momento di scatenare l’inferno”, Chiara Appendino ha risposto serafica: “Scateniamo il paradiso”. È lei, manager bocconiana e neomamma che ha compiuto 32 anni domenica scorsa, la vera sorpresa delle amministrative 2016. Al primo turno la puntigliosa e tenace consigliera comunale di Torino del M5S aveva un distacco di quasi 11 punti dal sindaco uscente del Pd, Piero Fassino. In due settimane ha compiuto una rimonta con sorpasso che ha dell’incredibile. «Lei si segga su questa sedia e vediamo se sarà capace di fare quello che auspica: comunque decideranno gli elettori». Con il voto del ballottaggio si avvera a Torino anche la “seconda profezia” del sindaco uscente del Pd, Piero Fassino (la prima nel 2009, quando rivolto a Beppe Grillo aveva detto: «Fondi un partito e vediamo quanti voti prende»). Sorprendendo gli stessi Cinque Stelle, la 32enne Chiara Appendino sarà la terza donna alla guida della città (dopo la socialista Maria Magnani Noya e la repubblicana Giovanna Cattaneo Incisa). «È finalmente giunto il nostro tempo – ha commentato a caldo – dovremo ricostruire la fiducia dei cittadini». Appendino, neomamma, è figlia di un noto imprenditore. Dopo gli studi alla Bocconi ha lavorato per due anni e mezzo alla Juventus. Eletta consigliera comunale nel 2011 con il M5S, spesso è stata protagonista di accesi botta e risposta con Fassino. Al primo turno aveva ottenuto il 30,92% dei voti, mentre la lista dei Cinque Stelle è stata la più votata con il 29,96%. Fassino ha commentato così la sconfitta: «Tutti dicono che a Torino abbiamo ben governato, quindi c’è una riflessione politica da fare. Qui c’è stata una convergenza dei voti del centrodestra sulla candidata del M5S. Questo non è avvenuto dove il confronto era tra un candidato del centrosinistra e uno del centrodestra».
Conferme a Napoli e Bologna
«Abbiamo vinto, soli contro tutti». Esulta a Napoli Luigi de Magistris, che ha conquistato il suo secondo mandato per governare Napoli. L’ex magistrato in forze alla sinistra ha ottenuto il 66,9% delle preferenze, doppiando Gianni Lettieri, candidato del centrodestra, fermo al 33,1%. Alta l’astensione: ha votato il 35,98% degli aventi diritto. A Bologna festa grande al Passepartout, la sezione del Pd dove i sostenitori di Virginio Merola si sono riuniti per festeggiare la sua riconferma. Il sindaco Dem ha conquistato il 54,7 dei voti, contro il 45,3% della leghista Lucia Borgonzoni, sostenuta dal centrodestra. Nei primi momenti dello spoglio la candidata era apparsa in vantaggio.
Affluenza in forte calo
Urne disertate in quasi tutte le città per la seconda chiamata al voto in due settimane. L’affluenza ai ballottaggi delle amministrative (esclusi Friuli Venezia Giulia e Sicilia) è stata del 50,54%. Al primo turno era stata invece del 59,94%. Il calo è dunque del 9,40%. L’affluenza degli elettori romani al ballottaggio è stata del 50,50%, contro il 57,60% del primo turno (-7,10%); l’affluenza a Milano è stata più alta con il 51,57%, contro il 55,22 del primo turno (-3,65%); a Torino sono andati alle urne per il ballottaggio il 53,44% degli aventi diritto, contro il 57,71% del primo turno (-4,27%); a Bologna l’affluenza per l’elezione del sindaco è stata la più alta pari al 53,46% contro il 59,83%, ma con un calo rispetto al primo turno del 6,37%. Il maggiore tracollo si registra infine a Napoli, dove l’affluenza alle urne per il ballottaggio è stata del 37,90%. Un’affluenza in netto calo di quasi venti punti percentuali (19,32%) rispetto al primo turno del 5 giugno.
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20 Giugno 2016
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