Chan: “Ora mi tocca saper recitare bene”

ROMA Un generale cinese che incontra un generale romano sulla Via della Seta, star hollywoodiane che incontrano star cinesi e il peplum che incontra il wuxia. Tutto questo è in “Dragon Blade”, dal 30 nei  cinema, con John Cusack,  Adrien Brody e l’irresistibile Jackie Chan che così racconta il suo personaggio: «È un uomo che ama la pace e crede nella possibilità di trasformare i nemici in amici, ma vive in un’epoca in cui la pace può esistere solo vincendo le guerre.
Lei ama gli eroi? 
Quando ero piccolo li amavo, oggi no. Un eroe nasce da qualche evento drammatico, quando molti uomini muoiono e, se non ci fossero guerre, incendi o terremoti, non avremmo bisogno di eroi. Quindi vorrei tanto che non ci fossero.
Come si è trovato a lavorare con gli americani, John Cusack e Adrien Brody? 
Molti interpreti cinesi dovrebbero imparare da loro. Adrien è un attore che ha vinto l’Oscar ma non ha un assistente. È venuto da solo, portandosi i bagagli senza nessun aiuto. Per quanto riguarda John è molto bravo nel kickboxing, ma non aveva grande esperienza con le spade e i coltelli, così gli ho insegnato come combattere con le armi e lui mi ha aiutato a migliorare l’inglese.
Come è cambiato il suo lavoro in tutti questi anni?
Ai tempi di “Terremoto nel Bronx” non riuscivo a entrare nei personaggi. Pensavo solo a come coreografare le sequenze di azione e realizzare gli stunt più pericolosi. All’epoca se avessimo chiesto al pubblico di osservare Jackie Chan recitare si sarebbe addormentato. Applaudivano solo se mi facevo male. Ora il pubblico è diverso, non ama solo l’azione ma anche la storia. Oggi non devo saltare dal tetto di un edificio (e comunque non lo farei),  mi devo sforzare per recitare al meglio.  
SILVIA DI PAOLA