Amministrative 2016
12:05 am, 14 Giugno 16 calendario

Raggi: noi facciamo quello che diciamo

Di: Redazione Metronews
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ROMA «Se i romani vogliono cambiare davvero noi ci siamo. Perché fidarsi dei Cinque Stelle? Perché quando diciamo una cosa la facciamo». Così la candidata a sindaco di Roma del M5S, Virginia Raggi, che prosegue: «Da quando siamo entrati in Campidoglio abbiamo portato avanti, pur dall’opposizione, il nostro programma di governo. La scorsa consiliatura non avevamo i numeri, ora se vinciamo avremo la maggioranza. Vogliamo far cambiare rotta alla città perché possa ricominciare a funzionare. Ce la possiamo fare perché non abbiamo le mani legate da interessi, non dobbiamo rispondere a qualcuno e non abbiamo favori da rendere».
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Il suo concorrente la accusa di non aver presentato la squadra.
Lo faremo tra giovedì e venerdì. Purtroppo non tutte le persone che abbiamo contattato se la sono sentita di esporsi in anticipo allo stesso virulento trattamento che mi è stato riservato. Ma vedrete che saranno persone di elevata caratura, che condividono il programma e la visione di città. E poi, ancora più della squadra, è importante sapere chi la finanzia. Noi rinunciamo ai finanziamenti elettorali e delle lobby. Non accettiamo donazioni da Buzzi e Carminati.
Quale sarà il rapporto con il governo Renzi?
Nessun conflitto. Se sarò eletta sarò il sindaco di tutti i romani e dovrò interloquire con tutti i livelli istituzionali in maniera franca e leale. Se Renzi insiste in questa battaglia personale contro di noi se ne assumerà la responsabilità. Si dovrebbe ricordare che è il premier di tutti, ma forse il fatto che è anche segretario di partito lo confonde un po’. Comunque Roma può anche ritrovare le forze interne. In quel momento avrà bisogno di una leale collaborazione, ma sarà in grado di reggersi con le sue gambe.
Come uscire dal baratro del debito del Campidoglio?
Rinegoziandolo, ma non sarà una cosa rapidissima. Nel frattempo con una gestione ordinata delle casse, recuperando 1,2 miliardi di sprechi e organizzandosi per accedere ai fondi europei che non sono mai stati utilizzati.
Olimpiadi sì o no?
Le Olimpiadi sono un’occasione di sviluppo, ma per come sono state prospettate sino ad ora non ci piacciono: dispiace che i Giochi diventino i Giochi del mattone. La prima decisione sarà a novembre, vediamo cosa succede sul progetto. Sicuramente i problemi per i cittadini e le priorità sono altre. Quindi il mio è un no per il momento.
E lo stadio della Roma va fatto?
Dobbiamo riportare la cultura della legalità negli appalti e nei servizi, dobbiamo però essere pronti a difenderla anche quando arriva il privato straniero con i soldi. Non ho avuto modo di studiare il progetto definitivo dello stadio che è stato depositato in Regione: se rispetta le prescrizioni di legge – come quella di indicare un luogo già urbanizzato o avere di base una struttura esistente – non ho alcuna preclusione. Il progetto precedente non era conforme alle prescrizioni normative. Poi c’è il problema del fatto che l’opera non è autonoma, come previsto, dal punto di vista della sostenibilità dal punto di vista economico, tanto che intorno allo stadio si prevede l’edificazione di un milione di metri cubi di cemento.
Come affrontare la “macchina” amministrativa capitolina?
Andremo subito dall’ufficio del Personale e alla Ragioneria. Incroceremo i dati e come un buon cuoco vedremo come cucinare con le risorse che abbiamo. C’è da fare un lavoro di medio periodo per semplificare e uniformare le procedure in tutti i Municipi. Bisogna dare tempi certi, digitalizzare e smaterializzare l’immenso archivio cartaceo. Ci vuole trasparenza non solo nei conti, ma anche negli appalti che devono poter essere consultati da tutti. Faremo dei punti unici di accesso fisici e telematici, gestiti direttamente dal Comune e non da cooperative, per fornire tutte le informazioni sui servizi socio-sanitari. Oggi se si entra nel sito del Comune di Roma ci si mette le mani nei capelli e si esce subito dicendo: vado allo sportello che faccio prima. La macchina amministrativa va riorganizzata: ci sono uffici con 800 persone e altri con 4. Avvieremo una riallocazione del personale, con chiusure e accorpamenti. Nessuno snellimento del personale, prima bisogna snellire le procedure.
I dipendenti capitolini la seguiranno in questo percorso?
Sì se si offre un’opportunità di lavoro gratificante, con la dovuta formazione e nel ruolo giusto. Dobbiamo far sentire ai dipendenti che fanno parte di una squadra. Chi lavora bene deve essere premiato, chi getta discredito no. Chiederemo ai lavoratori di aiutarci in questo percorso, indicandoci le cose che non vanno per colpire le anomalie e le inefficienze. Qualcuno sta facendo girare la voce che noi entreremo in Campidoglio e licenzieremo tutti. Non è assolutamente così. Però è chiaro che finiranno le sacche di privilegio. Non ci possono essere dipendenti di serie A e B. Tutti devono essere di serie A. Studieremo anche con il Mef una soluzione per aumentare la quota fissa dello stipendio a scapito di quella variabile.
Come creare una netta discontinuità sulla corruzione?
Avvieremo una task force e un rapporto con Cantone per una vigilanza collaborativa sugli appalti. Lo stesso Cantone, in un esame a campione del 10% degli appalti capitolini, ha trovato anomalie diffuse. Il lavoro di verifica sarà in parallelo sugli appalti precedenti e su quelli in corso. Faremo inoltre una sorta di scadenzario degli appalti in modo da poter programmare le gare per tempo e ricominciare ad applicare la legge.
Cosa fare subito per dare una mano alle famiglie?
Istituiremo un assessorato per i Diritti della persona, dove far convergere le politiche di sostegno. È importante che ogni persona, ancor prima del nucleo familiare, sappia a quali sussidi e facilitazioni ha diritto. Come Cinque Stelle abbiamo deciso di tenere un profilo basso sulle promesse di sconti sulle tasse, perché prima dobbiamo vedere i conti reali. Sicuramente si può ipotizzare un’estensione delle fasce di esenzione per gli asili nido, come una rimodulazione della Tariffa rifiuti che sia basata sul volume di quelli conferiti e non sui metri quadrati dell’abitazione. In ogni caso deve essere aumentata l’offerta di asili nido, ma con uno studio del dato storico che ci faccia capire dove sono più necessari.
E la pedonalizzazione di via dei Fori Imperiali?
Il progetto dei Fori va preso in seria considerazione. Ma serve una programmazione. Quella di Marino non è stata una pedonalizzazione, ma una “cantierizzazione”. Noi vogliamo pedonalizzare diverse aree nei Municipi, a partire dall’esempio di via Urbana, ma ripensando prima la mobilità e ascoltando cittadini e commercianti. Abbiamo due nomi in ballottaggio per l’assessorato alla Crescita culturale e daremo vita ad un board permanente. Nell’Estate romana è ora di finirla con gli affidamenti sempre ai soliti, torneremo alle gare per dare spazio a tutte le associazioni e alla modernità. La cultura è un volano per il futuro e non può essere svenduta ai privati.
Come affrontare il deficit dell’Atac?
Il debito di 80 milioni di Atac si risana con le leve dei costi e dei ricavi. I costi oggi sono fuori controllo, tra appalti e consulenze esterne. Dobbiamo abbassare i prezzi e alzare la qualità. Prima di fare altre gare vanno rimessi in funzione i mezzi che abbiamo, come i 60 bus elettrici. Infine la manutenzione va riportata all’interno dell’azienda, che ha ottime professionalità. Sul fronte dei ricavi bisogna combattere l’evasione tariffaria, aumentando i controllori e con i tornelli nella metropolitana. Va introdotto il biglietto elettronico che azzera le falsificazioni e potrebbe consentire anche una modulazione del costo del biglietto a seconda delle diverse fasce orarie.
È giusto usare il costo delle strisce blu come metodo per disincentivare l’uso dell’auto privata?
No, è sbagliato sino a quando il trasporto pubblico non funziona bene e non costituisce un’alternativa praticabile. Prima bisogna investire sulle linee in periferia e sui tram, altrimenti i cittadini si sentono stretti in una morsa.
Cosa farete subito?
Veniamo da 20 anni di distruzione del trasporto pubblico e ci vorrà del tempo per ricostruire. Abbiamo pronto un sistema di corsie preferenziali con semafori intelligenti, potenziamento delle linee bus, una rete di corsie e piste ciclabili. Servono misure congiunte per disincentivare, anche valorizzando il bike e il car sharing, il traffico privato. Con l’aumento di una seria offerta pubblica i cittadini capiranno che la loro macchinetta resta incastrata nel traffico.
Cosa ne pensa dei servizi innovativi di mobilità urbana come Uber?
C’è una sentenza che ha colpito questo tipo di trasporto. Noi portiamo avanti un dialogo con i tassisti perché riescano ad essere “più utili”, con una riorganizzazione e redistribuzione. Aumenteremo i parcheggi per taxi e in alcuni casi si può pensare ad un servizio “taxibus” per linee con scarsa frequentazione in modo da andare a sopperire alle carenze del trasporto di linea.
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14 Giugno 2016
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