Causio non ha dubbi è Conte l’asso dell’Italia
CALCIO Chi scrive lo ha visto esordire con la Nazionale italiana. Parliamo di Franco Causio, detto il “barone” per la sua classe, in campo e fuori. Quel giorno, era il 29 aprile 1972 e gli Azzurri giocavano contro il Belgio a S Siro. In palio la qualificazione agli Europei, la cui fase finale si sarebbe giocata proprio in Belgio. L’Italia per passare doveva vincere invece pareggiò 0-0. In finale allo stadio Heysel di Bruxelles, vinse la Germania Ovest sull’Urss 3-0. Altri tempi.
«Quella partita non riesco a dimenticarla – ci racconta il “barone”- sfiorai il gol qualificazione di un soffio».
Lunedì gli azzurri l’hanno vendicata ma Bergomi a Metro aveva anticipato che i favoriti eravamo noi…
Perchè Beppe di calcio ne capisce, eccome. Un’Italia così non si vedeva da tanto tempo.
Conte ha fatto il miracolo…
Antonio è un grande allenatore. Si è trovato senza alcune pedine fondamentali e in venti giorni a Coverciano ha plasmato una squadra davvero ottima, anche se io per scaramanzia aspetterei ad esultare perchè venerdì c’è la Svezia, gara durissima.
Gli svedesi le fanno paura?
Al mondiale in Brasile abbiamo battuto l’Inghilterra e poi sappiamo come è finita, se superiamo la Svezia allora sarebbe davvero l’apoteosi.
La ricetta del Ct?
Intanto trasformare i “gregari” in giocatori capaci di fare la differenza, Giaccherini e Parolo. Poi la capacità di dare un gioco splendido alla nostra nazionale, fatto di verticalizzazioni improvvise, automatismi perfetti, capacità di difendere in modo superbo. Insomma si è rivista un’Italia antica ma davvero straordinaria. Umiltà, sacrificio, lavoro sono i dogmi di Conte e i risultati si sono visti. Ora, ripeto, dobbiamo confermarci con la Svezia.
Qualche campione però veste l’azzurro….
In difesa siamo a livelli fantastici. Credo che nessuna nazionale possa vantare un pacchetto così.
Beh, anche in attacco…
Senza togliere nulla alle prodezze di Bonucci e Giaccherini, sul primo gol la difesa del Belgio è andata in barca.
Senta, un nuovo Causio?
Le ali destre non esistono più, ci sono gli esterni. E ai miei tempi era più dura, ti marcavano a uomo e il rosso arrivava dopo 5 gialli. Oggi il sottoscritto, Falcao, Maradona, Zico, Sala, con quelle marcature larghe salterebbero l’uomo con la sigaretta in bocca.
Lei lo racconta nella sua autobiografia “Vincere è l’unica cosa che conta”.
Il titolo è una frase “rubata” a Boniperti. Comunque sì, ci ho provato. Era un altro calcio e mi sono divertito e tolto tante soddisfazioni, ma la passione resta anche oggi quella, non cambia. COSIMO CROCE
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