Prof. Paolo Natale/Amministrative 2016
8:01 pm, 7 Giugno 16 calendario

Elettori sono più maturi e liberi dai vecchi vincoli

Di: Redazione Metronews
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ROMA «Sul primo turno delle amministrative hanno avuto un peso determinante i fattori locali, come non avveniva in passato in Italia. È un segno dei tempi: viene meno l’appartenenza politica stretta e si tende a votare in rapporto al contesto. Gli elettori si sentono più liberi di svariare senza pensare di tradire». Ne è convinto il professore Paolo Natale, sociologo e sondaggista, che insegna Metodologia e tecniche della ricerca sociale alla facoltà di Scienze politiche di Milano.
Lei, al contrario di molti che parlano di “voto di protesta”, parla di maturità.
Sì, sia per la maggiore libertà di cui dicevo prima, che per la facoltà di scelta. Lo dimostra il dato dell’astensionismo diffuso.
Non è disaffezione?
No, è che al voto l’elettore ci va se si sente di poter fare qualcosa, di poter incidere. Ci stiamo avvicinando alle democrazie nordiche, dove l’affluenza è bassa per una sorta di accettazione di chi governa. Un’astensione ragionata per lasciarsi governare da quel che c’è in assenza di reali alternative.
Veniamo ai “segnali” che vengono dal voto. Quali sono i principali secondo lei?
Noto almeno quattro cose interessanti: la prima è il Pd che non ha avuto grande successo, ma nemmeno il tracollo di cui si parla. La seconda è il M5S, che da forza di opinione nazionale ora si mostra decisivo anche a livello locale dove prima soffriva. Forse la minore “interferenza” di Casaleggio e Grillo ha ridato spazio ai territori, anche se i consensi arrivano solo dove sono in campo candidature degne di fiducia per i cittadini, come a Torino.
Poi c’è il caso Roma.
È la terza nota interessante, con affluenza in crescita. I romani, dopo aver provato di tutto e immersi in una sfiducia generalizzata, tentano l’ultima strada sperando che funzioni. Quarto e ultimo elemento è la crisi del centrodestra che, tranne Milano, appare sfarinato.
Cosa succede ai ballottaggi?
A Roma non c’è storia, vince la Raggi con un po’ di centrodestra che vota contro il Pd. A Torino penso che Fassino possa riuscire a resistere di poco. A Milano si andrà ai calci di rigore e forse passa Sala sul filo di lana.
Quali le ricadute sul piano nazionale?
Se dovesse accadere, come teoricamente può essere nelle cose, che il Pd perda ai ballottaggi Roma, Milano e Torino allora Renzi non potrebbe più rimandare la resa dei conti interna ed esterna, con ricadute per lui negative anche sul referendum.
LORENZO GRASSI

7 Giugno 2016
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