Trasparenza
9:25 pm, 31 Maggio 16 calendario

Il latte tracciabile L’etichetta ci dirà tutto

Di: Redazione Metronews
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MILANO Rivoluzione sugli scaffali del latte. Il Ministero dell’Agricoltura ha inviato a Bruxelles lo schema di decreto che introduce l’indicazione obbligatoria dell’origine per i prodotti lattiero caseari in Italia. In pratica, se l’Europa darà l’ok,  il latte ed i suoi derivati – dal burro allo yogurt, dalla mozzarella ai formaggi- dovranno recare una etichetta che indichi al consumatore la provenienza delle materie prime. La notizia è stata data dal Premier Matteo Renzi a Milano, dove ha partecipato al World Milk Day: «Questo documento è già stato firmato e portato a Bruxelles». «Sapere cosa sto bevendo, cosa sto mangiando è qualcosa che reclama giustizia, una battaglia da fare nei consessi europei e anche in Italia», ha concluso.  
Tre diciture chiare
In particolare, il decreto  prevede tre diciture chiare in etichetta: il “paese di mungitura”, il “paese di confezionamento”, il “paese di trasformazione”. Questa ciambella di salvataggio al “made in Italy” è una evidente boccata d’ossigeno per un settore che -uscito con le ossa rotte anche dalla vicenda delle multe per le quote latte-  è ora in ginocchio (nel 2015 hanno chiuso i battenti 1.500 allevamenti: nel 1984 erano 180mila, oggi siamo scesi a 36mila). L’etichettatura obbligatoria è una misura fortemente voluta dagli allevatori (a cui già a settembre fu abolita Imu ed Irap agricola). Per il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina (anche lui ieri a Milano) «è un passo storico che può aiutare il sistema lattiero caseario italiano. Parliamo di un settore che  vale più di 20 miliardi di euro e che vogliamo dotare di più strumenti per competere». Per Coldiretti «finalmente si cambia verso anche nella trasparenza dell’informazione ai consumatori, in una situazione in cui la metà della spesa era anonima».
I consumatori soddisfatti
Sapremo tutto dunque sul latte che compriamo e sui suoi derivati. Il made in Italy tira un sospiro di sollievo, ma cosa cambia per il consumatore? Ne parliamo con Robverto Tascini, presindente nazionale dell’Adoc.
Brindano i produttori e lo capisco: ma  cosa cambia per il consumatore?
Molto, perchè si punta a fare chiarezza sulla provenienza del latte ed aumenta la consapevolezza dei consumatori nella scelta. Per ora è vigente un regolamento europeo che non obbliga all’indicazione geografica. Noi abbiamo lanciato una petizione sulla piattaforma change.org, affinché venga inserito in etichetta anche il pittogramma della bandiera del Paese d’origine. Sarebbe una informazione più immediata.
Non sarebbero utili pure accordi oltre i confini Ue, da dove arrivano spesso prodotti con etichette false?
Certamente, e bisogna fare anche più controlli. Tuttavia non c’è bisogno di “embarghi”, ma solo di chiarezza: il consumatore deve essere consapevole.
 Saputo tutto sul prodotto non è  ora -nell’interesse del consumatore -di ridiscutere i prezzi con la grande distribuzione, visto che dalle stalle allo scaffale il prezzo cresce di almeno quattro volte?
Sì, è vero. È un sistema patologico, non è pensabile che ci sia una situazione del genere: ed il primo passo da fare è quello di verificare se la filiera è troppo lunga o se c’è qualcuno che lucra in modo sproporzionato. Sarebbe un buon inizio.
METRO

31 Maggio 2016
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