AMMINISTRATIVE MILANO
9:35 pm, 29 Maggio 16 calendario

Per Rizzo via da Arexpo e rivedere M4

Di: Redazione Metronews
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ELEZIONI  «Cari milanesi spendereste 50 milioni per tenere in “coma farmacologico” il sito di Expo in attesa che il Governo decida che fare? Noi della lista Milano in Comune no!”. Parole di Basilio Rizzo, storico consigliere comunale, attuale presidente del Consiglio e oggi candidato sindaco.
Rizzo, il vostro no a Expo viene da lontano…
Sì, criticammo Pisapia perché appena insidiato firmò l’Accordo di programma che accolse l’Expo della Moratti. Oggi vogliamo uscire da Arexpo: in quella società abbiamo inchiodati 32 milioni, con la prospettiva di metterci altri soldi. Se il Governo vuole entrare, noi siamo per vendere le quoti del Comune e con quei soldi rimettere a posto 2 mila case Erp.
Così il futuro del sito sarà deciso da Governo e Regione…
No, è il Comune che decide cosa si farà a Rho-Pero, non Arexpo. Ora siamo proprietari delle aree e, come Comune, decisori del loro destino, c’è un conflitto di interessi. E poi contiamo qualcosa? Già oggi, che siamo soci di peso, abbiamo come Ad l’uomo della Lega, Bonomi.
Restando a Expo: come giudica il trasferimento della Statale e lo Human Tech?
Le facoltà scientifiche un legame col tema dell’Expo ce l’hanno. Ma se deve essere una speculazione edilizia su Città studi, non sono d’accordo. Bisogna vedere se la Statale agisce da Statale o da speculatore.  Io non avrei spostato neanche il Besta né l’Istituto dei Tumori. Sull’Human, mi sembra che ci sia stata un’idea da padrone di Renzi: dare la gestione di tutto al suo plenipotenziario. Ora le nostre università si stanno facendo sentire, per fortuna.
Passiamo alla mobilità…
Si deve puntare sull’area metropolitana, quindi sul biglietto integrato. Inoltre, bisogna investire su vecchie e nuove linee del metrò che devono portare verso l’esterno del municipio di Milano. Per questo ho tutte le mie riserve su M4, che è stata un’operazione finanziaria non rispondente a questo criterio. Si dovrà ridiscutere.
Da sindaco rimetterebbe mano al progetto M4?
Tutto si può rinegoziare. Anzi, al di là dall’elezione, il Consiglio dovrà riflettere sull’operazione e sui disagi che sta portando. È un progetto vecchio che ha potuto decollare soltanto in relazione a Expo e firmata da un sub commissario senza l’ok del Consiglio comunale. È un project financing squilibrato a favore dei privati. Pensi che la variante di San Babila l’ha voluta Acerbo!
Area C?
La manteniamo perché ha avuto le sue ragioni, può essere estesa quando ci saranno le condizioni.
Tornando al biglietto integrato, perché non si è ancora fatto? E poi, Atm-Trenord devono fondersi?
Non si è fatto per inerzia, spiegabile dal fatto che si dovevano mettere d’accordo diversi enti che avevano tutti le loro gelosie. Ora però c’è un ente  unico (la Città Metropolitana) e Atm può dare il servizio. Sulla fusione sono radicalmente contrario: abbiamo Atm che è una società che va bene, ben amministrata e senza debiti, perché dovremmo fonderla con una società che ha debiti, bilanci negativi e che in passato ha avuto “problemi” di gestione? Le fusioni si fanno quando il matrimonio conviene a tutti, non quando ci danneggiano.
Capitolo sicurezza…
In alcune aree il degrado produce una sensazione di insicurezza che si risolve evitando che ci siano case da occupare dal racket. Ogni sgombero ci costa più che mettere a posto un appartamento. Mettiamo a posto le case, diamole alla gente e risolveremo il degrado delle periferie.
Primi provvedimenti da sindaco?
Recupererei il tema di Expo con un grande convegno su cibo e acqua senza le multinazionali, ma con Papa Francesco; farei un grande investimento sulle case Erp, ce ne sono 9000 da recuperare e assegnare; e poi il lavoro, con il reddito di cittadinanza a chi non ce l’ha.
Infine, il ballottaggio: che fare se resterete fuori?
Il nostro obbiettivo è portare il 5 giugno una modifica del quadro della città. La situazione sarà diversa da quella che dipingono. E in base alla situazione, decideremo. Comunque, i voti non sono trasmissibili con un ordine. I voti sono liberi. ANDREA SPARACIARI

29 Maggio 2016
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