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8:53 pm, 19 Maggio 16 calendario

L’addio a Marco Pannella eroe dei diritti civili

Di: Redazione Metronews
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ROMA L’ultimo saluto e omaggio collettivo a Marco Pannella, fondatore dei radicali ed “eroe dei diritti civili” morto a 86 anni, sarà sabato a Roma in piazza Navona: «La piazza delle sue vittorie, delle sue disobbedienze civili, della battaglia per la legalizzazione delle sostanze stupefacenti leggere, quella del divorzio e dell’aborto», come ha ricordato Rita Bernardini. Una cerimonia laica che sarà preceduta da un corteo che trasporterà la salma dalla sede del partito Radicale a largo Argentina sino alla piazza simbolo delle battaglie di Pannella, stroncato da un tumore al polmone e al fegato. Venerdì, dalle 15 alle 22, sarà allestita a Montecitorio la camera ardente; mentre in serata il feretro sarà trasferito per una veglia nella sede del partito radicale in via Torre Argentina. Nel fine settimana il trasferimento in Abruzzo a Teramo, sua città natale, dove sarà sepolto.
Ha lottato sino alla fine
«Fino all’ultimo istante ha lottato e adesso fa impressione vederlo non reagire, non parlare – ha detto ancora Rita Bernardini – il suo testamento è la sua vita. Ha resistito in questi tre mesi, soffrendo ma anche gioendo. Si informava e si incazzava anche perchè sentiva la radio e voleva interloquire». «Credo che Marco mancherà a tutti. Mancherà a questo Paese, mancherà persino agli avversari – ha detto Emma Bonino – la sua forza e la sua inventiva hanno reso più libero e consapevole questo Paese. Non ha mai avuto in vita i riconoscimenti adeguati – ha aggiunto Bonino, anche in riferimento a quella carica di senatore a vita mai concretizzata – questo Paese molto lo ha amato, ma poco ha riconosciuto i suoi meriti». Quella di Pannella è stata una vita di lotte che sono andate al di là delle ideologie, spesso alle prese con problemi di salute per i suoi infiniti scioperi della fame e della sete (come quello dell’aprile 2014 interrotto dopo una telefonata a sorpresa di Papa Francesco).
Una lunga scia di battaglie
Convinto sostenitore dei referendum, il leader dei radicali rimarrà nella storia della politica italiana per aver condotto la campagna sul divorzio, introdotto nel 1974. Seguiranno quelle per l’aborto e la legalizzazione delle droghe leggere. La battaglia sull’autodeterminazione della fine vita e la buona morte insieme a Piergiorgio Welby. Quelle per la libertà di espressione e di informazione. Il tutto con una visione a lungo termine e “transnazionale”. Di rilievo anche la “sincera amicizia” con la comunità ebraica. Negli ultimi anni aveva abbracciato come missione il problema del sovraffollamento delle carceri e le condizioni dei detenuti, che andava a trovare spesso. Una battaglia iniziata sin dagli anni ’80 con il caso di Enzo Tortora, sostenuto e poi eletto eurodeputato nel 1984. Tra le alleanze di Pannella anche quella alle politiche del 1994 con Berlusconi.
Dal Vaticano a Vasco cordoglio unanime
«Il riconoscimento che oggi viene tributato a Marco Pannella, anche da quanti non erano d’accordo con le sue idee, testimonia che, per molti aspetti, è stato coscienza critica del nostro Paese». Così in una nota il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il cordoglio per la morte del leader radicale è stato vastissimo. Colpisce il messaggio giunto dal portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi: «Marco Pannella è una persona con cui ci siamo trovati spesso in passato su posizioni discordanti, ma di cui non si pteva non apprezzare l’impegno totale e disinteressato per nobili cause». In particolare il portavoce vaticano ha citato la «consonanza» tra Papa Francesco e Pannella sull’attenzione ai carcerati e nell’impegno per il rispetto della loro dignità «come pure più generalmente per tutte le persone i cui diritti sono violati o conculcati». «Ci lascia un’eredità umana e spirituale importante – ha aggiunto padre Lombardi – di rapporti franchi, di espressione libera e di impegno civile e politico generoso, per gli altri e in particolare per i deboli e i bisognosi di solidarietà». «Viva Marco Pannella – ha scritto invece il rocker Vasco Rossi – sempre vivo nei nostri cuori e nelle nostre conquiste sociali».
METRO

19 Maggio 2016
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