Corrado Guzzanti/Dov’è Mario?
4:40 pm, 18 Maggio 16 calendario

Guzzanti: La satira? È tutta nel sottinteso

Di: Redazione Metronews
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INTERVISTA La satira la conosce in tutte le sue declinazioni. È il suo mondo, la materia in cui si muove con il suo stile visionario è sempre azzeccato. Corrado Guzzanti torna su Sky con Dov’è Mario? una “sorta di esperimento” a metà tra fiction e sitcom in 4 puntate (dal 25 maggio ore 21.10 su Sky Atlantic), dove la satira c’è e porta il suo timbro inconfondibile. E per l’occasione del suo ritorno in tv, al 111 si è acceso Sky Mario HD, il 1° canale italiano dedicato a un artista.
Ma insomma, Guzzanti, chi è questo Mario?
È Mario Bambea, noto scrittore, filosofo e opinionista di sinistra che rimane coinvolto in un grave incidente stradale: per lui è l’inizio di una doppia vita. La serie è una sorta di prototipo per tastare il terreno e capire come realizzare un prodotto più ricco a metà tra fiction e sit-com. Mi sono molto divertito scrivendolo e interpretandolo.
Vestirà i panni di Dottor Jekyll e Mister Hyde?
In un certo senso (ride ndr.). Mario è un intellettuale italiano vicino ai 60, stanco e in crisi. In seguito a un incidente si sdoppia. Due personalità opposte, una più alta, l’altra più truce.
Edoardo Gabbriellini (protagonista di Ovosodo) è alla regia, come vi siete conosciuti?
Era tra i registi che abbiamo vagliato. Ho visto Padroni di casa, il suo thriller con Elio Germano, e mi è piaciuto. È un classico, non frenetico, col gusto delle immagini e un modo di girare pulito che aiuta il racconto.
In che punto Dov’è Mario? e la satira si incontrano?
La satira sta tutta nel sottotesto, non è autodichiarata. Sono intollerante nei confronti di chi si autoincensa dicendo che fa satira. A me piace giocare col linguaggio, cogliere l’aria che tira.
Sono passati da poco 25 anni dalla prima puntata di Avanzi, era il 1991. Cosa pensa se guarda indietro a quell’esperienza?
Divertente. Ho portato la satira in quel gruppo di lavoro che poi ha continuato su quella via, penso a Crozza con i Broncoviz. È un periodo che ricordo con nostalgia, qualcosa si è perso. Avanzi era un modo moderno di fare tv, che oggi si è impoverita. Il nostro era un linguaggio che si ispirava ai Monty Python e al Saturday Night Live. Peccato che quella strada non abbia avuto altri sbocchi.
Rokko Smitherson, Bertinotti, Fede, Venditti. Tanti personaggi nel suo repertorio, c’è qualche preferito? E come si comporta con loro?
Certi li tengo ibernati e poi li tiro fuori. In Aniene ho riportato in vita Lorenzo. Mi divertivo molto con Don Pizzarro, signore dello Ior, con Tremonti stavo male dalle risate. E poi Quelo e Vulvia, estenuante per le ore di trucco e per il mal di piedi, dopo aver indossato quelle scarpe da trans.
BARBARA NEVOSI

18 Maggio 2016
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