Clima
8:23 pm, 16 Maggio 16 calendario

Il 2016 sarà l’anno più caldo di sempre

Di: Redazione Metronews
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ROMA Aprile ha fatto segnare un nuovo record nel riscaldamento globale, risultando il settimo mese consecutivo in cui le temperature hanno superato di più di un grado la media. I dati rilevati dalla Nasa indicano che il 2016 sarà «necessariamente» l’anno più caldo mai registrato dal 1880 e lo sarà con ampio margine. Aprile ha fatto registrare una anomalia globale di +1,11 gradi rispetto al periodo 1951-1980: è stato superato di 0,24 gradi il record precedente, appartenuto all’aprile 2010.
Una serie terrificante
Ma è l’intera serie dei mesi più caldi di sempre ad essere impressionante: oltre a gennaio (+1,11 gradi), febbraio (+1,33) e marzo (+1,29) scorsi, era accaduto a fine 2015 ad ottobre (+1,07 gradi), novembre (+1,01) e dicembre (+1,10). Il fattore determinante è il riscaldamento globlale dovuto all’effetto serra. «I climatologi lanciano avvertimenti dagli anni Ottanta – commenta Andy Pitman, direttore dell’Arc Centre of Excellence for Climate System Science dell’Università australiana del New South Wales – ed è tutto ormai assolutamente scontato dal 2000 in poi. Quindi perché sorprendersi?». Secondo Pitman gli ultimi dati mettono in serio dubbio l’obiettivo fissato dalla Cop21 di Parigi: «Contenere l’aumento sotto 1,5 gradi è un pio desiderio. Non credo che riusciremmo a raggiungerlo neanche bloccando oggi stesso tutte le emissioni perchè c’è una forte inerzia nel sistema».
Allarme dalla calotta artica e dall’Asia
Brutti segnali arrivano intanto dalle alte latitudini (tra il 60° e il 75° parallelo le temperature medie di aprile sono state di 3,4 gradi oltre le medie con allarme per Groenlandia, Alaska e calotta artica) e dal Sudest asiatico: in India, Pakistan, Thailandia e Vietnam sono state registrate ad aprile le temperature più alte degli ultimi 50 anni, con picchi di 45 gradi in Pakistan. In questa situazione nel G7 sull’ambiente riunito a Toyama in Giappone, come riferisce il ministro italiano Galletti, si discute ancora degli «indirizzi e delle vie da percorrere per dare concretezza agli impegni Cop21».
Mercalli: è ora di svegliarsi
«Il vero problema è l’informazione ambientale: non riusciamo a far emergere questi dati allarmanti dal mare magnum delle preoccupazioni quotidiane. Non si capisce che sul riscaldamento globale non parliamo di cose temporanee o negoziabili: parliamo di qualcosa che apre la porta a fenomeni enormi e irreversibili per il nostro pianeta, che non si fermano più per secoli. I nostri figli e nipoti ci malediranno». Ne è sicuro Luca Mercalli, climatologo e divulgatore.
Alla Cop21 di Parigi qualche impegno era stato preso.
Dal punto di vista del negoziato dell’uomo è stato un buon risultato, dopo il nulla delle 20 Cop precedenti; ma è come aver dato l’ok alla tinteggiatura del palazzo in una riunione di condominio mentre l’edificio già crolla. Con lo sguardo da scienziato la risposta è drammaticamente lenta.
Cosa fare allora?
La chiave di volta è proprio l’informazione: bisogna costruire nella cittadinanza una forte consapevolezza e insieme una sensazione di urgenza che riesca a smuovere anche la politica.
METRO

16 Maggio 2016
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