Brexit
7:04 pm, 8 Maggio 16 calendario

Voglia di Brexit con tante insidie

Di: Redazione Metronews
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LONDRA Il referendum per stabilire se il Regno Unito debba restare nell’Unione Europea è agli sgoccioli, e l’elettorato si prepara per andare al voto il 23 giugno. I sondaggi suggeriscono che almeno il 38% degli aventi diritto al voto è a favore della cosiddetta “Brexit”, l’uscita della Gran Bretagna dalla UE.
Gli elettori sono sempre più allarmati dalla prospettiva che l’ondata di migranti verso l’UE possa riversarsi sulle sponde della Gran Bretagna, portando un aumento delle tasse e dei servizi .
Nicolas Levrat, Direttore del Global Studies Institute presso l’Università di Ginevra ha spiegato a Metro: «Gli Stati membri sono divisi nei confronti del Regno Unito, con alcuni favorevoli a negoziare una certa “flessibilità”, o ad uscire anche loro e paesi come Francia, Germania e Belgio, così come Italia e Spagna, che potrebbero provare a formare uno zoccolo duro della UE, con ambizioni integrazioniste più grandi, spingendo in direzione di un’Europa a doppia velocità (che contempli il libero scambio con il Regno Unito e una UE forte per chi la vuole) o un’Europa a tre velocità (libero scambio con il Regno Unito, una UE centrale forte e una Ue di seconda fascia)».
Ma non è solo il Regno Unito a voler abbandonare l’Unione. Per esempio, l’Olanda e la Repubblica Ceca hanno già annunciato di voler seguire l’esempio della Gran Bretagna.
«La Brexit potrebbe spingere altri Paesi a mettere in dubbio l’unione economica – ha detto a Metro Ivan Eland, direttore del Centro per la Pace e la Libertà dell’Independent Institute – E potrebbe incitare il separatismo in Belgio, in Spagna e in Scozia». Il 17 aprile scorso la leader del Partito Nazionale Scozzese Nicola Sturgeon ha annunciato un altro referendum sull’indipendenza, nel caso la Scozia uscisse dall’Unione contro la propria volontà.
Ma la strada verso l’indipendenza è piena di insidie.  Per esempio, la Catalogna include una considerevole popolazione non indigena, come la Scozia. Gruppi scarsamente inclini alla separazione, per cui né il referendum ufficiale scozzese né quello ufficioso catalano del 2014 sono stati in grado di assicurare il “sì”. «Un altro problema è il timore che le piccole entità economiche non siano autosufficienti – ha aggiunto Eland, – Inoltre, un’altra grande incognita è se l’Unione Europea permetterebbe alle regioni separate di rimanere».
Ma anche nel caso che il Regno Unito rimanesse nell’Unione Europea, lo status-quo non sarà possibile ancora per molto. Per gli esperti le riforme più drastiche devono ancora arrivare. DMITRY BELYAEV
MWN
 
 
IL REGNO UNITO CONTEREBBE DI MENO
INTERVISTA Per Anthony Pagden, professore di Scienze politiche e Storia all’Università della California di Los Angeles «la Brexit indebolirà l’Unione Europea».
Quante probabilità ci sono che il Regno Unito voti per lasciare l’Unione Europea?
Esiste un ristretto numero di individui beninformati persuasi che l’uscita, a lungo termine, sarebbe negli interessi della Gran Bretagna perché consentirebbe, alle aziende britanniche di concentrarsi di più sui mercati non europei. La maggior parte di quelli che votano per la Brexit, tuttavia, hanno nozioni confuse.
La Brexit non è l’opzione migliore per il Regno Unito?
No. È verosimile che le predominanza di Londra nel mercato finanziario mondiale sarebbe fortemente ridotta. Da sola, la Gran Bretagna è poco più che una potenza di secondo o terzo livello. Poi andrebbero perdute le opportunità culturali ed educative inestimabili.
La Brexit condizionerebbe l’Unione Europea?
Senz’altro la indebolirebbe. L’economia britannica è una delle più grandi e in rapida espansione dell’Unione. La Brexit priverebbe la UE anche di forze di intelligence e forze militari tra le più forti e meglio addestrati, che potrebbero dimostrarsi vitali per la stabilità dell’Unione alle prese con le minacce terroristiche e una Russia in continua crescita. D.B.
 

8 Maggio 2016
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