Dossier Censis
6:15 pm, 5 Maggio 16 calendario

Con l’esodo dei talenti il Sud perde 3 miliardi

Di: Redazione Metronews
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ROMA. Talenti in fuga dal Mezzogiorno: in un anno ben 31 mila laureati sono andati all’estero o al Centro-Nord. Negli atenei di queste regioni poi, solo nel 2014-2015, gli iscritti meridionali sono un esercito di 168 mila persone. Come se una città delle dimensioni di Reggio Calabria si fosse smaterializzata e trasferita in massa al Nord. Con un costo economico per il sistema universitario del Sud, per le famiglie e per il Paese che in dieci anni ammonta a 3,3  miliardi di euro di investimento in capitale umano e 2,5 miliardi di  tasse che emigrano verso le università del Nord. È quanto emerge da uno studio realizzato dal Censis per Confcooperative presentato ieri a Roma.  
Università impoverite
Cosa comporta da un punto di vista economico questo esodo? Considerando il valore medio delle tasse universitarie pagate dalle famiglie, rileva il Censis, la fuga degli studenti del Mezzogiorno nell’ultimo anno ha prodotto una perdita di risorse per il sistema universitario meridionale pari a 122 milioni di euro. Le università del Centro-Nord, di contro, hanno beneficiato di un valore aggiuntivo, determinato dal pagamento delle tasse universitarie, pari a 248 milioni di euro, creando in questo modo una spesa aggiuntiva per le famiglie del Mezzogiorno pari a 126 milioni di euro, visto che le tasse universitarie negli atenei del Centro-Nord sono mediamente più alte. 
Perdita capitale umano
C’è anche un effetto economico negativo per il Mezzogiorno dovuto alla  perdita netta di persone laureate: considerando che per l’Italia la spesa per studente sostenuta dalle istituzioni pubbliche per il ciclo dell’istruzione (dalla scuola primaria  alla laurea) è pari a 108.000 euro (stima Ocse), il mancato ritorno dell’investimento realizzato dal nostro Paese può essere valutato in un decennio in 3,3 miliardi di euro. 
Che fare?
Una situazione, osserva il Censis, che segnala l’urgenza di  interventi che ristabiliscano le chance di competizione del sistema universitario meridionale e aumentino il grado di attrattività dei suoi atenei: «Il Sud ha molti asset sui cui puntare per sottrarsi a un destino di inesorabile impoverimento. Per sfuggire a questa deriva occorre preservare la dimensione e il valore dei fattori di sviluppo, evitando dispersione e dissipazione. Il sistema dell’istruzione della ricerca è imprescindibile».
METRO    

5 Maggio 2016
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