Vittima dell'Isis
7:46 pm, 3 Maggio 16 calendario

Nadia: io schiava dell’Is chiedo giustizia al mondo

Di: Redazione Metronews
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MILANO Nadia Murad è una ragazza esile, sembra più giovane dei suoi 21 anni e viene spontaneo chiederle come immagina il suo futuro: «Una volta avevo un futuro, studiavo, volevo fare l’insegnante di geografia e aprire un salone di bellezza, ma adesso  per me e la mia famiglia non c’è più un futuro». Nello sguardo sfinito porta il peso di tutto l’orrore che ha visto e subito e che instancabilmente va in giro a raccontare per il mondo, in ogni dettaglio – ieri anche al Festival dei diritti umani in corso a Milano – sperando che la comunità internazionale reagisca e metta fine alla strage del popolo yazida,  minoranza religiosa irachena, su cui i carnefici dell’Isis si sono accaniti perchè “infedeli”.  Come Nadia ha denunciato all’Onu: «Lo Stato islamico ha trasformato le donne yazide in carne da trafficare e lo stupro è stato usato per distruggerci».
 Quando nel 2014 le truppe del Califfato sono arrivate nel suo villaggio  sei dei suoi fratelli e sua madre sono stati uccisi mentre lei insieme ad altre migliaia di donne e bambine è stata deportata come schiava sessuale a Mosul. Indicibili le sofferenze che ha subito, venduta a diversi miliziani, vittima di stupri di gruppo, picchiata, torturata. Dopo tre mesi è riuscita a fuggire, prima in un campo profughi in Kurdistan, poi in Germania, dove vive. Altre non ce l’hanno fatta, molte si sono uccise. «Seimila donne e bambini yazidi sono stati rapiti, ne restano ancora 3500 schiavi. Ma nessuno fa niente per la loro libertà».
A dicembre ha raccontato la sua terribile vicenda davanti al consiglio di sicurezza dell’Onu. È servito a qualcosa?
 No, tutti fanno promesse, ma nessuno si impegna davvero per sconfiggere l’Isis e interrompere il genocidio del mio popolo.
È andata anche in Egitto e in altri paesi musulmani per cercare l’appoggio del mondo islamico contro la visione distorta dell’Islam sunnita del Califfatto. Ha trovato supporto?
Sono andata in Egitto e in Kuwait, ho chiesto tre volte di andare in Arabia Saudita (sunnita ndr) ma mi hanno rifiutata.  L’unico che si è impegnato e mi dà un po’ di speranza è Al Sisi, il presidente dell’Egitto, che mi ha detto  che il suo primo obiettivo è sconfiggere lo stato islamico.
Il governo iracheno l’ha candidata al premio Nobel.
Non mi interessano i premi, servono atti concreti per sconfiggere i criminali dell’Isis.
Lei ha portato la sua testimonianza in 15 paesi, ricevuta da capi di stato e nei campi profughi. Dove trova la forza?
È molto dura per me ma la forza la trovo perchè continuo a vedere molta ingiustizia. Due settimane fa sono tornata nel campo profughi dove anch’io ero fuggita e ho visto dolore e  sofferenza, molte donne in lutto: ogni giorno muoiono bambini, ogni giorno donne vengono stuprate. La trovo lì la forza per testimoniare questa ingiustizia che non finisce. Perchè so che la giustizia è della mia parte.
Come giudica i suoi aguzzini?
Io non li giudico, io racconto i fatti, magari li odio, ma deve essere il mondo a giudicarli.
PAOLA RIZZI
@paolarizzimanca
IL MARTIRIO DEGLI YAZIDI
Gli Yazidi sono una comunità religiosa antichissima che tra le altre cose adora l’angelo Pavone. Di etnia curda, sono stati spesso perseguitati.
Dal 2014 lo Stato Islamico è avanzato nella regione irachena occupata dagli yazidi, perpetrando massacri (si parla anche di 500 yazidi seppelliti vivi) e riducendo in schiavitù donne e bambine. Migliaia i profughi scampati nei campi del Kurdistan.
 

3 Maggio 2016
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