25 Aprile di festa con qualche tensione

CITTA’ È stato in 25 Aprile di gioia, con decine di migliaia di persone in piazza; di contestazione: dei centri sociali alla brigata ebraica e al Pd,  ma anche dei fascisti di Forza Nuova all’Anpi; di commemorazioni incrociate al Cimitero Maggiore e di disubbidienza civile al diktat di un sindaco – quello di Corsico – che aveva vietato di cantare “Bella ciao”. Il 71° 25 Aprile è stato tutto ciò. 
Iniziamo dal gigantesco corteo che nel pomeriggio ha unito Porta Venezia e piazza Duomo: un fiume festoso che alla commemorazione per la Resistenza ha unito il tema dell’accoglienza dei migranti. Tanto che sul palco c’era anche il sindaco di Lampedusa, Nicolini («Milano è la città che salva la faccia del Nord», dirà dal palco).
Una festa rovinata però dalle ormai cicliche contestazioni alla brigata ebraica in San Babila, quest’anno acuite dalla presenza in quello spezzone di corteo del candidato del centrodestra Parisi (c’era anche Sala con Pisapia, ma in testa al serpentone). A lanciare slogan  un centinaio di militanti dei centri sociali («Non dovrebbero manifestare, sono fascisti e antisemiti», dirà poi Parisi).
In mattinata, in via  Palmieri, Forza Nuova aveva insultato i partigiani dell’Anpi. Ma il momento più divisivo si stava vivendo al Maggiore, dove un centinaio di teste rasate di “Lealtà e Azione” e “Casapound” celebravano, con tanto di saluto romano, i caduti della Rsi nel Campo 10. Contemporaneamente, un centinaio di antifascisti stavano  deponendo un fiore sulle tombe dei partigiani. 
Infine, a Corsico, non è stato osservato l’ordine del sindaco leghista Errante, che alla banda  aveva vietato di intonare “Bella ciao”, perché “composizione faziosa”. Al primo cittadino – assente  – hanno risposto le centinaia di persone che hanno formato il corteo più numeroso degli ultimi anni e che hanno cantato “Bella ciao” per due ore, accompagnate anche da due membri della banda cittadina.    ANDREA SPARACIARI