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9:16 pm, 18 Aprile 16 calendario

Dopo il referendum piovono i ricorsi

Di: Redazione Metronews
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ROMA Non finisce qui. Lo hanno detto le associazioni del Comitato per il sì al referendum sulle trivelle che ieri hanno annunciato un ricorso al Ministero dello Sviluppo Economico per chiedere il blocco immediato delle cinque concessioni estrattive entro le 12 miglia.
Secondo Enzo Di Salvatore, estensore dei quesiti referendari, «le concessioni sono scadute da anni. La norma prevede che siano prorogati i titoli vigenti, non quelli scaduti. Di conseguenza le aziende petrolifere stanno continuando a estrarre senza autorizzazione». Un’azione che non è l’unica iniziativa all’indomani dell’esito nullo (per mancato raggiungimento del quorum) del referendum per l’abolizione della norma che concede alle società estrattive di petrolio e gas di utilizzare il giacimento senza scadenza temporale.
Infatti secondo il Movimento NoTriv adesso rischiamo di dover pagare una multa all’Europa perché la norma rimasta in vigore è in contraddizione con la normativa europea sulla libera concorrenza. La legge italiana, infatti, prevede che i titoli già rilasciati siano prolungati fino “alla durata di vita utile del giacimento”, mentre la direttiva 94/22/CE va in direzione opposta. In altre parole: libero mercato. Secondo questo principio, quindi, non si possono rilasciare concessioni a tempo indeterminato. Il ricorso sarà presentato dai NoTriv e molto probabilmente anche da Greenpeace e Movimento 5 Stelle.
Ma i guai post referendum non finiscono qui: secondo il Codacons la consultazione è stata un «immane spreco di soldi pubblici che si sarebbe potuto evitare se solo il Governo avesse seguito le regole della Costituzione, e che finirà ora al vaglio della Corte dei Conti». «Ieri il Presidente del Consiglio ha affermato che “Non avremmo potuto accorpare il referendum con le amministrative neanche se avessimo voluto perché una legge non ce lo permette”, ma questo non è vero – spiega il leader del Codacons, Carlo Rienzi – Non esiste alcuna legge che vieta l’election-day, e lo stesso Ministro dell’Interno Angelino Alfano, in una interrogazione, parla espressamente di “assenza di disposizioni specifiche sull’accorpamento tra referendum ed elezioni amministrative”. Tesi confermata pochi giorni fa dal Consiglio di Stato il quale, pronunciandosi sul ricorso Codacons per l’election-day, ha scritto: “unicità di data non vietata ma nemmeno imposta dalla legge”. “Al contrario Renzi avrebbe dovuto attenersi all’art. 97 della Costituzione Italiana, garantendo non solo il buon andamento della P.A., ma anche un risparmio di 300 milioni di euro per la collettività. Soldi sprecati di cui il Premier è il solo ed unico responsabile, e che ora finiranno al vaglio della Corte dei Conti».
STEFANIA DIVERTITO

18 Aprile 2016
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