Trivelle/la reazione di Legambiente
2:26 am, 18 Aprile 16 calendario

“Adesso lavoriamo insieme per un piano B per il Paese”

Di: Redazione Metronews
condividi

Stefano Ciafani, direttore generale Legambiente
Il quorum non è stato raggiunto: qual è stato l’errore?
Abbiamo fatto il massimo considerando l’ostruzionismo governativo, quello scientifico dei media che fino a pochi giorni fa dicevano ancora che si votava solo in 9 regioni e una incapacità degli eletti del Pd di smarcarsi da Renzi. Noi non ci possiamo rimproverare nulla. È una battuta d’arresto, ma la battaglia continua. La storia sta dalla parte nostra.
In che modo?
Il 40% dell’elettricità è prodotta dalle rinnovabili in Italia. Anni fa sarebbe stato impensabile.
Guardiamola in prospettiva, quindi…
L’obiettivo del referendum era anche e soprattutto costruire un Paese diverso. Non sarà questa battuta d’arresto a fermare il progetto. Adesso vediamo se Renzi farà davvero quello che ha promesso cioè  aumentare il 10% il contributo delle rinnovabili. Vedremo.
Ora cosa farete voi ambientalisti?
Spingere le battaglie sui territori. Innanzitutto fare in modo che le piattaforme non più produttive vengano smantellate. Poi lottare affinchè non si facciano nuovi pozzi con la scusa di ampliare quelli esistenti. Tutte le forze che si sono unite per promuovere il referendum devono costruire l’alternativa. 
Si riferisce alle Regioni?
Anche. Adesso. E bisogna stare dietro al governo.
Per cosa?
Servono tre atti normativi: un nuovo decreto su incentivi alle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche. Decreto differente da quello del governo che incentiva inceneritori e mega centrali a biomasse. Poi serve un decreto per consentire l’immissione del biogas nella rete e un manifesto a favore dell’autoproduzione, per poterla vendere liberamente senza passare per il Gse. Serve a togliere burocrazia che ammazza le rinnovabili. Non servono nuovi incentivi al fotovoltaico, ma libertà di poterlo produrre e venderlo liberamente.
Insomma pensate al futuro.
È la nostra linea guida. Ma serve che il Parlamento faccia la sua parte. È bloccata al Senato la legge sulle Agenzie ambientali. Alla Camera quella sul consumo di suolo e bisogna modificare il ddl Falanga che così come scritto blocca gli unici soggetti che fanno demolizioni di edifici abusivi. Insomma, battaglia per l’ambiente è ancora aperta.
STEFANIA DIVERTITO

18 Aprile 2016
© RIPRODUZIONE RISERVATA