Maurizio Guandalini
5:50 pm, 14 Aprile 16 calendario

Riforme, è tempo di passare ai fatti

Di: Redazione Metronews
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Una “cura ricostituente” ha titolato Metro in prima pagina. Chi l’avrebbe mai detto che l’Italia dopo decenni di bla bla ingranasse la quinta e approvasse una riforma costituzionale-elettorale che rivoluziona la velocità, sempre lenta, del nostro Paese? Ci sarà tempo per studiarsela e leggerla, la riforma, ma in questi casi va preso per in intero il pacchetto per quello che è, senza star lì a travestirci  da costituzionalisti che non siamo. La discussione c’è stata, è durata tantissimo, coram populo volevano la riforma delle riforma, ora si tratta di lanciarsi e provarla. Sono ragionamenti stolti, da macina fumo perditempo, quelli che agitano vessilli sulla presunta libertà degli elettori sottratta o sulla legge fatta a immagine e somiglianza di un uomo solo al comando. Non  si troverà, mai, l’unanimità di consensi favorevoli in particolare se, nell’arena, scendono i costituzionalisti,  sempre appassionati a scontri dottrinali. Per la verità, proprio per come è strutturata, qui da noi, la lotta politica, vecchia maniera, potendo, non avrei intrapreso la strada del referendum, in ottobre di quest’anno, per approvare o meno la legge di riforma costituzionale. Infatti il rischio qual è? Che tutto si butta in caciara.
Il premier Renzi, che ha voluto con tutte le sue forze la riforma, e gliene va dato merito, ha legato il suo destino politico al risultato del referendum. Tutti quelli che ce l’hanno con il Presidente del Consiglio, praticamente l’universo mondo, dai rottamati ai rottamandi alle opposizioni in Parlamento giù giù fino  alla sinistra antirenziana, gli daranno la soddisfazione di mandarlo a casa. L’impostazione della campagna politica dei prossimi mesi avrà un mood del genere, senza contare quello che ci girerà intorno, gli effetti moltiplicatori dei talk, comparsate varie in tv, sui giornali: uscirà ogni cosa purché non abbia a che fare con il contenuto della legge costituzionale. Non è cosa buona e giusta per noi, per l’Italia. Non c’è da soffocare il dibattito (viviamo h24 di Giletti&Del Debbio&la7) e nemmeno aspirare ad una discussione bon ton di alto Diritto, ma, il Bar dello Sport, per una volta, risparmiamocelo. Sì, certo, detta così  ci colloca nella categoria di coloro che hanno poca fiducia negli italiani. Ma il valore di questa riforma costituzionale è che avremo una Italia meno bradiposa,  più sul pezzo, per nulla stravaccata. Un paese normale.
La straordinarietà di questa riforma sta nel solo “atto” che è stata approvata dal Parlamento-lavoratore, dove siedono i rappresentanti dei cittadini. Il referendum di ottobre, francamente, è una forzatura che non ci voleva.
MAURIZIO GUANDALINI, giornalista ed economista

14 Aprile 2016
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