Renzi: sulle trivelle è tutto una bufala

ROMA «Ripeto fino alla noia che c’è una “bufala”. Non c’è nessun referendum sulle trivelle o per le rinnovabili. Non c’è una sola trivella in discussione: solo la scelta se continuare a estrarre petrolio e gas fino all’esaurimento del giacimento, senza sprecare ciò che già stiamo utilizzando, o fermarsi a metà alla scadenza della concessione». Così il premier Matteo Renzi nella sua e-news in un ultimo appello, a pochi giorni dal referendum di domenica, all’astensione. Renzi ha citato Napolitano: «Come ha magistralmente spiegato, se un referendum prevede il quorum la posizione di chi si astiene è costituzionalmente legittima al pari delle altre. Nel caso di un referendum con quorum sostenere le ragioni di chi non vuole andare a votare ha la stessa identica dignità del Sì e No».
Grossi: buon cittadino vota
Ma nei giorni scorsi il presidente della Corte costituzionale, Paolo Grossi, aveva affermato: «Si deve votare. Ogni cittadino è libero di farlo nel modo in cui ritiene giusto, ma credo che si debba partecipare al voto, perché significa essere pienamente cittadini. Fa parte della carta d’identità del buon cittadino». E il nuovo invito all’astensione di Napolitano e Renzi ha fatto insorgere il fronte del Sì. «Una ragione in più – ha detto il 5 Stelle Di Battista – per andare a votare domenica».
Asticella fra 30 e 33%
Ma la polemica più dura è nel Pd. Roberto Speranza, esponente della sinistra dem, ha definito «inaccettabile il fatto che un presidente del consiglio faccia il capo del partito del No. Soprattutto in un Pd che vuole essere il partito della partecipazione dal basso». La sfida ora si gioca sui dati dell’affluenza. Sia la minoranza che la maggioranza hanno posto l’asticella sul 30%. «Oltre il 33% – dice la minoranza Pd – sarebbe un successo, considerato che è stato messo il silenziatore al referendum». Sotto il 30%, prefigura la maggioranza Pd, sarebbe un flop che permetterebbe di mettere in un angolo gli avversari di Renzi.
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