Maurizio Baruffaldi
6:00 pm, 5 Aprile 16 calendario

L’aggressività non è carnivora

Di: Redazione Metronews
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Sembra che i nostri antenati abbiano iniziato a mangiare carne per poter dedicare meno tempo alla raccolta e al consumo di cibo. Lo sostiene uno studio della Harvard University pubblicato sulle pagine di Nature: “Se utilizzi meno forza e mastichi di meno, trascorri ovviamente una parte minore della giornata intento a mangiare”, spiega Katherine Zink, paleontologa che ha collaborato allo studio. “E se non hai più bisogno di mantenere denti e mascelle potenti, la selezione naturale è libera di migliorare altri tipi di performance”.
Diminuire i tempi del bisogno primario ha innescato cambiamenti della struttura muscolare e scheletrica, che hanno favorito anche lo sviluppo del linguaggio e delle nostre capacità intellettive. Detto in soldoni: potrebbe essere che il salto evolutivo dell’uomo combaci con il suo consumo di carne. Oggi come allora il non mangiare cibi di origine animale richiede l’accumulo del necessario apporto calorico e lunghi tempi di preparazione. Oltre che di caccia: ieri appostati fuori dalla caverna armati di pietre, oggi infilati tra le corsie del negozio specializzato impugnando un carrello. Onnivori e vegani restano comunque accomunati dal vivere buona parte del tempo per mangiare: il sano viceversa è dimenticato all’origine. C’è però un’altra teoria: che mangiare carne renda più aggressivi.
Da una parte l’animale feroce, dall’altra l’agile (purtroppo per lui mai abbastanza) erbivoro che viene sbranato. Il vegano dovrebbe somigliare di più a quell’erbivoro, ed essere un umano più mite. Quasi più spirituale. Convincere con l’esempio ostinato e lampante. Fino a poco tempo fa un cicinin li invidiavo, io che ogni tanto devo mordere una coscia. Poi sono succese cose. Culminate con l’apparizione alle Iene di un tale esponente del Movimento Etico Tutela Animali e Ambiente. Che si è dichiarato beatamente nazivegano. Ucciderebbe chi mangia carne, se riesce sputa nel panino del passante se contiene grassi animali, ripudierebbe la madre costretta ad usare un farmaco testato su animali. Ho pensato al ruggito del coniglio, per prenderla sul ridere. Non poteva essere reale. Era sicuramente una recita. Lo dica. Noi lo applaudiremo per l’egregia performance. Oppure saremo costretti a credere che divora quarti di manzo crudo di nascosto.
MAURIZIO BARUFFALDI, giornalista e scrittore

5 Aprile 2016
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