Infermiera killer
8:11 pm, 31 Marzo 16 calendario

Infermiera killer indagata per la morte di 13 pazienti

Di: Redazione Metronews
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LIVORNO Avrebbe ucciso 13 persone tra il 2014 e il 2015 attraverso un’iniezione “letale” a base di anticoagulante non prescritto nelle terapie. Questa l’accusa per un’infermiera professionale dell’ospedale di Piombino arrestata dai carabinieri del Nas di Livorno. La donna è ritenuta responsabile del reato di omicidio volontario continuato aggravato nei confronti di 13 pazienti tutti ricoverati, a vario titolo e per diverse patologie, presso l’unità operativa di anestesia e rianimazione dell’ospedale civile di Piombino. L’infermiera avrebbe somministrato come iniezione letale, non per fini terapeutici, un farmaco anticoagulante, nello specifico eparina, tanto da determinare, – secondo gli investigatori – soprattutto in alcuni casi, una rapida, diffusa ed irreversibile emorragia con conseguente morte. La presenza di questo farmaco è stata infatti riscontrata negli esami ematochimici effettuati sui pazienti con una concentrazione, in alcuni casi, anche 10 volte superiore rispetto a quelle compatibili con le consentite dosi terapeutiche. I pazienti deceduti, uomini e donne  fra i 61 e gli 88 anni, in molti casi avevano patologie per le quali la somministrazione dell’eparina non rientrava nelle possibili terapie. 
Soffriva di depressione
I militari dei Nas hanno spiegato che l’infermiera, 55 anni, soffriva di depressione ed era stata in cura da uno specialista. Usava ed abusava di alcol e psicofarmaci. «Questo episodio -afferma il ministro Beatrice Lorenzin – mette in evidenza ancora una volta la necessità di una tutela particolare per le persone anziane e più fragili che alle strutture sanitarie affidano la loro esistenza». Secondo il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi «bisogna vedere cosa è accaduto e se fosse accaduto quanto si ipotizza, sarebbe di una gravità assoluta e io credo che si tratta di vicende che emergono ed è bene che emergano, non si deve generalizzare e colpevolizzare tutti». 
Il Codacons, intanto, ha annunciato un esposto in procura per chiarire le cause della vicenda e offre assistenza legale ai parenti delle vittime.
METRO

31 Marzo 2016
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