Il nuovo Servizio civile sarà su scala europea
ROMA Si avvicina la realizzazione del Servizio civile “universale”. Il Senato ha approvato in seconda lettura il disegno di legge delega di riforma del Terzo settore. L’articolo 8 modifica il Servizio civile, inserendo il concetto di «difesa non armata della Patria» e della «promozione dei valori fondativi della Repubblica». Si prevede che i giovani stranieri – regolarmente in Italia – possano partecipare ai bandi ed è contemplata la possibilità di svolgere una parte del Servizio civile in un altro Paese europeo.
Voto alla Camera entro l’estate
I tempi, però, non saranno immediati. Dopo l’ok di Palazzo Madama (con 146 sì, 74 contrari e 16 astenuti) il ddl di riforma del terzo settore deve infatti tornare alla Camera per il via libera finale (atteso entro l’estate). A quel punto il governo avrà un anno di tempo per approvare i decreti attuativi. «Vogliamo aprire la strada al progetto “Odysseus”, la proposta lanciata dall’Italia per realizzare un vero Servizio civile a livello europeo – commenta Francesca Bonomo, responsabile Pd per il Servizio civile – il richiamo alla difesa non armata della Patria assume oggi un significato ancora più profondo: unire le forze dei giovani per portare supporto alla comunità nei momenti più difficili».
Più trasparenza
Il ddl riguarda però l’intero Terzo settore, che viene trasformato in un soggetto giuridico: associazioni di volontariato, cooperative sociali, fondazioni e associazioni di promozione sociale avranno caratteristiche comuni riconosciute per legge. Vengono istituiti il Consiglio nazionale del Terzo settore e il Registro unico degli enti (contro i 33 registri attuali) «per semplificare le procedure e garantire una piena trasparenza». E ancora: vengono ridefiniti i Centri di servizio per il Volontariato e sono previste facilitazioni normative e fiscali per “fare impresa” con finalità sociali. Nascerà, infine, la Fondazione Italia Sociale per «sostenere la realizzazione e lo sviluppo di interventi innovativi da parte di enti di Terzo settore rivolti, in particolare, ai territori e ai soggetti più svantaggiati». «Una nuova mangiatoia – tuona il M5S, che ha votato contro il ddl – che potrà utilizzare soldi pubblici in modo del tutto arbitrario per finanziare attività private».
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