Maurizio Guandalini
8:23 pm, 30 Marzo 16 calendario

Regeni, più della rabbia conta la Realpolitik

Di: Redazione Metronews
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La verità sull’omicidio del nostro connazionale, Giulio Regeni, in Egitto stenta ad uscire. Vi sono coperture di pezzi dei servizi segreti egiziani legati con strutture dell’alto potere governativo in lotta tra di loro:  muovere un mattone può far crollare il fragile equilibro del paese. La comunità italiana chiede al nostro Governo “fatti concreti” per mettere l’Egitto di fronte alle responsabilità. Quali sono questi fatti concreti? Le ritorsioni economiche? Vietare gli affari con l’Egitto? Oppure? Richiamare, per consultazioni, l’ambasciatore?La vicenda dei marò in India è simile a quella di Regeni e, dopo anni, siamo ancora fermi al tira e molla dei tribunali. Stiamo alla realtà. Gli affari, le relazioni commerciali hanno ormai sostituito una buona fetta di attività diplomatica. E’ il business che fa e disfa. I governi stanno bene attenti a muoversi con disinvoltura e spregiudicatezza. Vale per l’Egitto come per  l’India. D’ora in poi si faranno affari solo con le gli stati perbene? Si può trovare un equilibrio tra qualità delle relazioni politiche e qualità delle relazioni economiche? Se stiamo a guardare la fedina degli stati dovremmo chiudere la claire: ad esempio diremmo “ciao” ad alcuni stati del golfo che hanno investito in Italia e pare siano nella lista nera di coloro che finanziano il terrorismo internazionale. Poi c’è tutto il capitolo diritti umani, dalla Cina a Cuba passando anche per la Russia. Se gli Stati Uniti vanno con lo standard delle persone perbene sarebbero già falliti (anche perché la maggior parte del debito è nelle mani dei cinesi). So che non riscuote grande consenso ma c’è da fare i conti con la realpolitik: è andata sempre così anche quando si sbrigavano le faccende con i dittatori come Gheddafi. Sarebbe efficace e sacrosanto su questo punto una presa di posizione comune di tutti gli stati del mondo.
Anche qui, però, con una avvertenza: quando si comunica con stati come l’Egitto e l’India non ci troviamo  impianti giuridici, sociali e amministrativi  simili agli stati occidentali. L’Egitto è identificato come uno stato dialogante nell’area mediorientale ma è lontano, nei modi e nella prassi, da noi, che è quasi impossibile trovare lampi di dialogo. Mettiamo sanzioni? Abbiamo visto con la Russia, per la vicenda Ucraina, come è andata: gli unici a rimetterci sono le nostre aziende (e le migliaia di lavoratori e famiglie), soprattutto piccole e medie.  Uno Stato da solo può ben poco anche se è in posizione di forza con l’Egitto perché dopo lo straccio dei nostri contratti ci sarebbe un altro Paese pronto a prendere il nostro posto.
MAURIZIO GUANDALINI

30 Marzo 2016
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